E infatti dopo per 7 ore di lavoro la Commissione ha stabilito le regole della perniciosa par condicio, ovvero modi e tempi con cui i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio potranno presentarsi agli elettori sugli schermi del servizio pubblico televisivo. Dopo litigi, 100 emendamenti in parlamento, e dichiarazioni roboanti, l’esito è piuttosto semplice. Prima regola: anche il premier dimissionario sarà sottoposto alla equa spartizione degli spazi, e dovrà perciò limitare al minimo le apparizioni istituzionali per non essere visibile nel doppio ruolo di presidente e candidato. Seconda regola: le tribune elettorali saranno trasmesse in due fasce orarie, dalle 7 alle 9 o dalle 17 alle 19.
Ma l’invasione della politica in tv non si ferma qui: sono previste infatti delle conferenze stampa sia per i leader di coalizione che per le singole liste, da mandare in onda tra le 21 e le 22.30. Orari pregiatissimi, prime serate da leccarsi i baffi, se non fosse che le uscite cadranno anche nella settimana sbagliata, cioè dal 12 al 16 febbraio, in pieno Sanremo: si estrae a sorte,a chi tocca tocca. «Praticamente ci sarà Rai1 con le canzonette e le altre due reti con i politici che parlano in continuazione» commenta Vincenzo Vita, deputato Pd e membro della Commissione.
Nel frattempo, i big si muovono in fretta: ieri sera Silvio Berlusconi è stato lungamente intervistato al Tg1, e da lì ha fatto sapere che la vittoria è vicina grazie a un accordo possibilissimo con la Lega Nord al Nord e con Grande Sud al Sud. «Sono pronto a una sfida tivù con chiunque, soprattutto con Monti» ha concluso spavaldo il Cavaliere ghignando per il dispettuccio che il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, ha rifilato a Monti: niente Arena di Giletti domenica pomeriggio. È il giorno della Befana, festa comandata, e la regoletta che imponeva lo stop ai politici nei sacri giorni del Natale (di fatto dal 24 al 26 dicembre) torna ora buona per arginare l’aggressiva espansività televisiva del professore.
Pdl e Pd lanciano sferzanti accuse di violazione tv al premier-candidato Monti. Ma «in verità le violazioni sono di tutti – ha sentenziato Marco Beltrandi, Radicali Italiani -: Berlusconi, Monti, Bersani con le primarie. Invece zero spazio per il dramma delle carceri, che ci era stato promesso: faremo denuncia a Strasburgo». Nel frattempo il sindacato Usigrai ha ottenuto che l’Agcom renda noti ogni settimana giorni e dati sulla presenza in video dei vari candidati (chiedevano ogni tre giorni), e sono state accolte anche le indicazioni sul genere: giornalisti e ospiti dovranno rispettare un certo equilibrio fra donne e uomini. Tra una canzonetta e l’altra, lo spettacolo non mancherà.
Fonti: Il Fatto Quotidiano | Ansa
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.