Tuttavia Urbano Cairo, principale azionista della concessionaria, non ha alcuna intenzione di rimettersi al tavolo con Gianni Stella e anzi pare stia per presentare a breve (potrebbe esserci un cda martedì) una sua offerta per La7 e Mtv. Offerta che potrebbe alla fine avere la meglio se le altre rimarranno agganciate alla difficile rinegoziazione del contratto o ridimensionate una volta scrutati i costi dei palinsesti. TI Media ha già provato a ingaggiare l’avvocato Lombardi per contestare a Cairo alcune modalità di raccolta pubblicitaria che considera non in linea con il contratto, ma sembrano rilievi di poco conto e comunque Cairo ha risposto schierando dalla sua parte lo studio Erede Bonelli Pappalardo.
Tra l’altro va ricordato che quando arrivò Stella, nel 2008, Cairo fu l’unico a garantire un minimo garantito di 120 milioni di raccolta pubblicitaria a fronte di uno share che era ancora sotto il 3%. Nel 2009, poi, con un mercato in forte contrazione, Cairo riuscì ad arrivare a 121 milioni con lo share rimasto fermo intorno al 3%. Nel 2010 arriva alle news Enrico Mentana che provoca un’immediata crescita degli ascolti e a quel punto Stella chiede a Cairo di rinegoziare il contratto per adeguarsi alla nuova stagione. Cairo acconsente ma vengono stabiliti degli obbiettivi precisi fino al 2019: mettendo a base 120 milioni di raccolta e il 3% di share, gli aumenti dell’uno devono ripercuotersi in percentuale sull’altra. In pratica se lo share andasse al 3,9% (più 30%) la raccolta dovrà essere almeno di 156 milioni (il 30% in più di 120). Se Cairo non raggiunge l’obbiettivo ciò è causa di rescissione del contratto (a meno che non pareggi di tasca sua) ma se fa di più la percentuale trattenuta aumenta. Nel 2011 la raccolta da parte di Cairo è stata di 168 milioni a fronte di uno share del 3,8% ma quest’anno, con costi di palinsesto cresciuti di oltre 21 milioni, lo share invece di salire potrebbe scendere al 3,5-3,6% mentre la raccolta nel primo semestre ha registrato un più 10%. Dunque sono gli investimenti di Stella che non hanno reso il dovuto e a questo punto trovare una motivazione per rescindere sarà molto difficile.
Comunque la data room durerà cinque settimane per dare modo ai pretendenti di analizzare nel dettaglio i numeri della società e soprattutto per valutare con attenzione tutte le clausole del contratto relativo alla raccolta pubblicitaria che vincola La7 fino al 2018 proprio con la concessionaria Cairo Communication.
Fonti: Repubblica | milanofinanza.it
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.