Così GroupM ha deciso di lanciare negli Stati Uniti una nuova agenzia media che si occuperà di acquistare e pianificare pubblicità sulla tv interattiva collegata a Internet nelle sue varie forme. La nuova agenzia si chiama Modi Media e sarà guidata da Michael Bologna, già nel gruppo come direttore emerging communications. Lavorerà fianco a fianco con le altre realtà di GroupM, ma anche con clienti di agenzie esterne a cui serva una consulenza specializzata in questo campo.
Quello che si sta delineando è stato definito data-based buying, ossia l’acquisto di spazi pubblicitari determinato con l’analisi dei dati a disposizione. Gli spot possono così andare a colpire in maniera più precisa i target che l’azienda si è prefissata. Quello che già accade sul web, insomma, ma un’opportunità recente per la televisione, grazie ai nuovi strumenti: le smart tv o i set-top-box con accesso a Internet prima di tutto.
Il focus di Midi sarà sull’addressable tv: la possibilità di inviare la pubblicità solo in determinate case, grazie appunto ai dispositivi citati, con una selezione fatta in vario modo, per esempio sul livello di reddito o sulla composizione della famiglia. Ancora, si potranno scegliere solo determinate zone per la comunicazione, anche piccolissime, individuandole con il codice postale, un’opportunità per quelle aziende che operano solo in alcune parti del paese o a livello di quartiere. Secondo GroupM il 40% delle case americane è ormai attrezzato con set-top-box che consentono di ricevere spot su misura.
Una rivoluzione, insomma, ma da non intendersi nel senso delle dimensioni del fenomeno, perlomeno non ancora. La tv, infatti, anche secondo Bologna, sarà ancora per molto tempo un mezzo con il quale si raggiungerà la massa dei consumatori. Ciò non toglie che vedremo sempre più esperimenti di questo genere: «Noi ci stiamo preparando per un mondo in cui il consumo dei media e la distribuzione del messaggio pubblicitario saranno radicalmente differenti da quelli che vediamo oggi», ha dichiarato in un comunicato Kelly Clark, che guida le attività del gruppo in Nord America.
«I dati e la tecnologia stanno portando cambiamenti enormi nella struttura e nell’economia del business televisivo, ed è fondamentale essere pronti ad aiutare i nostri clienti a navigare nel nuovo panorama». Già Comcast, l’operatore via cavo Usa, sta lavorando sull’addressable tv dallo scorso anno per poter arrivare nel 2014 a coprire tutti i propri abbonati con questa tecnologia e offerta pubblicitaria, ma sul satellite si è già cominciato con Dish Network e DirecTV. L’Europa si muove come al solito dopo, ma la stessa Sky in Uk ha iniziato una fase di test nell’agosto scorso e fi no a oggi almeno un terzo delle campagne andate in onda sull’Ad-Smart deriva da nuovi investimenti pubblicitari.
Fonte: ItaliaOggi