Nell’ennesimo ricorso portato avanti da Di Stefano, Europa 7 reclama le frequenze integrative che lo stesso Ministero si era impegnato ad attribuire nel febbraio di due anni fa. Dopo l’assegnazione del canale 8 VHF, che ha messo fine a un contenzioso durato 11 anni, Europa 7 chiese altre frequenze di appoggio in differenti zone d’Italia, dato che con il solo canale in VHF non riusciva a coprire tutto il territorio nazionale. Il MSE perciò assegnò alla pay-tv 72 siti con relative frequenze per trasmettere verso quel 20% di popolazione non raggiunto, ma in molti di queste stazioni tv le integrazioni non sono mai partite. Per questo motivo Di Stefano si è rivolto ancora una volta al Tar del Lazio chiedendo le frequenze, e inoltre un lauto risarcimento danni da 85 milioni di euro.
Tra i siti mancanti all’appello c’è anche quello importantissimo di Monte Penice in Lombardia, che può irradiare il segnale verso un catino di 11 milioni di telespettatori. Un limite che impedisce a Europa 7 di trasmettere la propria programmazione pay in gran parte del Nord Italia. Lo stesso canale 8 VHF in diverse regioni inoltre è ancora occupato dai canali Rai.
Fonte: ItaliaOggi
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.
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