I lavoratori della sede Rai della Valle d’Aosta, riuniti ieri in assemblea, esprimono preoccupazione per l’ipotesi di accorpamento delle sedi regionali. Il decreto IRPEF del 24 aprile scorso, infatti, solleva l’azienda dall’obbligo di avere sedi in ogni regione, prospettando così, anche a causa del taglio “in corsa” di 150 milioni di euro deciso dal governo con lo stesso provvedimento, la definizione di un nuovo assetto territoriale che rischia di penalizzare soprattutto le regioni più piccole.
Altrettanto pericolosa, secondo l’assemblea, è la possibilità che l’azienda ceda quote minoritarie di Rai Way, la società partecipata che gestisce le torri che trasmettono il segnale Rai. E’ grazie a Rai Way che il lavoro della sede regionale, redazione e struttura programmi, arriva in tutti e 74 i comuni della Valle d’Aosta con un’ora e mezza di diretta tv quotidiana e altrettante di diretta radiofonica.
Nei territori di confine, poi, il ruolo del servizio pubblico di prossimità è ancor più importante perché garantisce la tutela delle minoranze linguistiche. In Valle d’Aosta, nel rispetto della convenzione tra la Rai e la Presidenza del Consiglio dei ministri, ogni giorno la sede regionale trasmette programmi e servizi informativi in lingua francese, e da anni porta avanti una collaborazione proficua con France 3 Alpes. Una sinergia che si è finalmente concretizzata nella produzione di un programma comune mensile per aprire la Rai all’Europa. L’informazione regionale, dunque, è parte essenziale del servizio pubblico.
Grazie a questa presenza capillare sul territorio la Rai ha potuto raccontare per prima all’intero paese emergenze come il terremoto in Emilia Romagna o le alluvioni in Sardegna, nelle Marche, e nella stessa Valle d’Aosta nell’ottobre del 2000. Basti pensare che, proprio in questi giorni, per la sola frana di La Saxe a Courmayeur, la Tgr ha fornito oltre 40 servizi alle testate nazionali più collegamenti in diretta con programmi radio e tv. I lavoratori della Rai della Valle d’Aosta lanciano quindi un appello ai rappresentanti delle Istituzioni, alle associazioni e ai cittadini che hanno cuore il Servizio Pubblico per difendere tutto questo.
Fonte: Ansa