«Un milione e mezzo per una sola emittente televisiva, appena la metà per tutte le altre reti toscane, alle prese con le difficoltà legate al passaggio al digitale. E’ quanto emerge dal confronto tra l’atto che stanzia 1,5 milioni di euro per Rtv38 per la realizzazione di un nuovo centro di produzioni audiovisive su piattaforme digitali e la legge approvata a metà settembre dal Consiglio regionale, che prevede finanziamenti per un totale di 750mila euro da distribuire tra le oltre 40 reti televisive locali». E’ quanto si legge in un comunicato del gruppo regionale del Pdl.
Una disparità di trattamento balzata agli occhi del consigliere regionale del Pdl Tommaso Villa, firmatario di una interrogazione alla Giunta regionale con la quale richiede le ragioni della scelta. «Potremmo dire che tutte le televisioni sono uguali, ma alcune sono più uguali degli altri. A prescindere dalla diversa natura dei finanziamenti – uno inserito nei cosiddetti protocolli localizzativi, l’altro un finanziamento finalizzato al processo dI conversione dell’emittenza locale – appare quantomeno squilibrata la ripartizione delle risorse: già a cifre invertite la situazione sarebbe stata più equa».
«Giova ricordare ad esempio – precisa l’esponente del Pdl – che l’anno scorso la Lombardia ha stanziato a favore delle emittenti cinquemilioni di euro, mentre il Piemonte si è limitato a quattro. Recentemente la Regione Puglia ha deliberato finanziamenti per ben 10 milioni di euro, l’Emilia Romagna 1,8 milioni, e l’Umbria un milione, non molto ma sempre più della Toscana, nonostante un numero di emittenti che rappresenta un quarto di quelle toscane. Ma nonostante le difficoltà che le televisioni locali sono costrette ad affrontare la Regione ha preferito non intervenire per riequilibrare la disparità di trattamento. Confidiamo che lo switch-off si risolva per il meglio, ma nella malaugurata ipotesi che alcuni territori restino esclusi dalle nuove trasmissioni è bene sapere sin da subito di chi è la responsabilità: di una Regione che ha preferito garantire tanti, troppi soldi ad una sola emittente, lasciando gli spiccioli alle altre», conclude Villa.