Il digitale terrestre è partito con le date sbagliate in Sicilia: switch-off dall’11 giugno al 4 luglio, proprio nel bel mezzo degli Europei di calcio, che rischiano di rimanere un mistero per i telespettatori siciliani, oscurati dai soliti problemi della nuova tecnologia tv. Perché anche davanti alle gustose promesse dei funzionari governativi (più canali per tutti), il cittadino siculo sta sperimentando in queste ore che cosa significhi esattamente lottare con antenne direttive, numerazioni automatiche e decoder indecifrabili.
Quando ieri Luca Balestrieri, responsabile Rai per il digitale terrestre, ha diramato i consigli tecnici su come approcciare il nuovo mezzo, è stato chiaro a tutti come occorra una buona dose di senso sportivo per accettare il passaggio. Secondo Balestrieri, l’acquisto del decoder non doveva essere fatto all’ultimo momento, così come per tempo occorreva verificare la necessità di sostituire l’antenna. E soprattutto – secondo il funzionario Rai – il cittadino teleutente deve coglier l’attimo organizzando la sintonizzazione dei canali nel giorno in cui avviene lo switch-off.
Tra lunedì e martedì l’operazione è partita dalle isole più sperdute, giusto per vedere l’effetto che fa: Ustica, Pantelleria, Linosa e Lampedusa. Tutto a posto, o quasi, per 1.700 utenti che in buona parte avevano già il digitale non riuscendo a captare decentemente l’analogico. Domani il vero banco di prova tra Messina e dintorni, cui seguiranno le altre province isolane fino alla chiusura nel capoluogo Palermo, ultima città italiana a convertirsi.
Alla fine della transizione il 99% delle famiglie siciliane (ma anche italiane) avrà in casa una tv digitale terrestre, ma non tutti potranno effettivamente godersela causa ampi disservizi che continuano a martoriare la Penisola. E chi aspetta questa sera con ansia Croazia-Italia, sappia che l’arrivo del digitale potrebbe mettere in pericolo la visione della partita. In fondo è già accaduto durante la gara d’esordio contro la Spagna. Dove? A Giulianova Marche, per esempio. Molti cittadini non hanno ancora potuto vedere le partite degli Europei perché l’analogico è stato disattivato e il digitale non è ancora attivo. «I canali digitali si bloccano per l’assenza di segnale, squadrettano ma soprattutto non si può ancora vedere la Rai: né Uno né Due né Tre. Quindi niente Italia e niente calcio in tv» ha fatto sapere un agguerrito sindacalista del Sinalp in rappresentanza dei pensionati abruzzesi.
Non va certo meglio in Puglia, dove sono spuntati diversi blog dedicati esclusivamente al malanno digitale che denunciano frequenti e fastidiosissime sparizioni dei canali Rai e Mediaset. Come ha spiegato sul Sole 24 Ore Mario Mele, giornalista che segue dal principio l’iter, spesso la realizzazione pratica del progetto non corrisponde alle teorie. Spesso compaiono problemi locali, come l’interferenza tra aree costiere confinanti (vedi Sicilia-Calabria), o con Stati esteri (dalla Slovenia a Malta, dalla Tunisia alla Francia). Per non parlare delle aree buie che l’orografia italica distribuisce generosamente tra montagne, valli e vallette.
Insomma, in tanti questa sera riaccenderanno le antiche radioline ripescate da un angolo buio del garage per seguire e tifare le gesta degli azzurri…
Fonte: Il Fatto Quotidiano
in questa piccolissima italietta delle banane non funzionano le cose più importanti (sanità, uffici pubblici, tribunali etc.etc.) figuriamoci la televisione. questa italietta ha la forma dello stivale che per far funzionare come si deve dovrebbe essere quantomeno rivoltato se non addirittura cambiato con uno nuovo di zecca