Ieri 10 ottobre ha fatto il suo esordio l’avvento del digitale terrestre in Liguria (qui le date e i comuni del passaggio). Lo Switch-off, temuto e forse sottovalutato dall’informazione mainstream, ha spento i segnali tv analogici nei primi comuni della provincia di Imperia nella zona compresa tra Ventimiglia ed Ospedaletti, lasciando dietro di sé qualche disservizio e oscuramento televisivo. Ma, almeno per ora, sembra si sia evitato il black out generale della tv.
Nelle zone costiere, a quanto pare, nessun problema: tutti i canali digitali o quasi sono ricevibili e visibili. Segnalazioni di sparizione di segnali tv sia analogici sia digitali invece arrivano dal comune di Soldano rimasto completamente al buio. Lo stesso triste destino ha coinvolto le vallate dell’entroterra: segnale inesistente in Val Nervia, Val Bevera e Vallecrosia. E si teme che l’oscuramento televisivo permanga per molti giorni e costringa i residenti a inevitabili disagi, in attesa dell’ottimizzazione delle frequenze e dell’adeguamento dei ripetitori. E, quando si dice che la storia si ripete, anche i sindaci dei piccoli comuni liguri sono già sul piede di guerra e minacciano di non pagare più il canone Rai.
«Dove il segnale è scarso – afferma Nicola Crasta, presidente dell’associazione antennisti liguri – l’unica possibilità è quella di affidarsi al satellite utilizzando il decoder Tivù Sat che permetterà di visualizzare i programmi televisivi in chiaro offerti dal digitale terrestre». Anche il capoluogo della città Genova non sarà immune da problemi simili: «Potremmo aspettarci delle sorprese. – dichiara Crasta intervistato da Il Secolo XIX – Nelle zone dove attualmente il segnale analogico si vede male (parte di Borgoratti, Nervi e Circonvallazione a Monte), con il passaggio al digitale ci saranno miglioramenti ma non è escluso che in alcune delle zone dove la tv, attualmente, si vede bene ci possano essere dei peggioramenti».
Il Sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, lamenta invece la solita assenza di informazioni da parte del Ministero dello sviluppo presso i punti vendita che accettano i bonus statali di 50 euro (per gli abbonati Rai over 65 anni) per l’acquisto di un decoder per il digitale terrestre. La campagna informativa ministeriale finanziata con milioni di soldi pubblici e organizzata dalla Fondazione Ugo Bordoni si è limitata ad alcuni spot tv e allo sterile Tour di “Nando il Telecomando” che ha distribuito per 4 soli giorni in 5 città liguri poche informazioni (non tecniche) e quasi mai risolutive per gli annosi problemi dei cittadini sulla nuova tv digitale. Come al solito sono soprattutto le persone più anziane ad avere problemi nella sintonizzazione della nuova tv, ma grazie alle vere e proprie ‘rincorse’ degli antennisti locali, la situazione sembra meno peggio del previsto. Oggi sarà il turno dello Switch-off della zona compresa tra Sanremo e Santo Stefano al Mare, quindi mercoledì ad Imperia.
Fonti: Il Secolo XIX – sanremonews.it – riviera24.it
Troppo caos con questa tecnologia e troppi disservizi, si sarebbe dovuto prima mettere per bene il digitale t. e poi spegnere il normale ‘segnale’….
E la spesa di tutti questi apparecchi e/o è naturalmente caduta sui cittadini, come sempre….Qualcuno ha fatto affari..
Ciao Stefano,
la tua idea potrebbe essere la soluzione a tutti i problemi, ma purtroppo i segnali tv analogici e quelli digitali viaggiano proprio sulle stesse frequenze. Perciò non sarebbe proprio possibile accendere i canali digitali indipendentemente da quelli analogici. Lo spettro elettormagnetico purtroppo è limitato e tutti i sintonizzatori e i televisori sono stati costruiti per ricevere solo un determinato numero di frequenze tv. Nei primi hanni il Ministero ha provato a far passare in digitale prima Rai 2 e Rete 4 nell’operazione chiamata Switch-over, come test per il successivo Switch-off. Ma quella fase è stata eliminata, e forse ha creato ancora più problemi.
Hai ragione, in effetti, soprattutto in questo periodo di crisi, sono eccessivi i costi che deve pagare il cittadino per questo passaggio al digitale. E il contributo statele da 50 euro per gli over 65 anni con 10 mila euro di reddito annuo è secondo il mio parere una piccola farsa, dato che è valido solo per l’acquisto di un modello di decoder (interattivo) da 80-90 euro.
Gli affari, caro Stefano, sono già stati fatti con i contributi statali emessi dal governo per l’acquisto dei decoder nel 2005-06, ritenuti dalla Comissione europea illeciti (e perciò sanzionati) perchè hanno favorito il mercato di un operatore tv a pagamento che guarda caso è di proprietà del premier. E comunque continuano, dato che il consorzio Tivù (Rai, Mediaset, La7) dal 2009 vende tessere e decoder satellitari marchiati Tivù Sat a tutti coloro che non possono ricevere il digitale terrestre.