Streaming illegale, partono le prime multe per gli utenti finali del “pezzotto”

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La Guardia di Finanza, dopo la recente vasta operazione contro lo streaming illegale, sta inviando le prime multe indirizzate agli utenti finali del cosiddetto “pezzotto”. Duilio (Sky): “Con i servizi pirata l’utente consegna dati personali a organizzazioni criminali e rischia multe e sanzioni“.

Secondo un articolo del Sole 24 Ore, che ha recuperato il “Verbale di accertamento e contestazione di violazioni amministrative”, inviato dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza , stanno partendo in tutta Italia i verbali delle multe pecunarie all’indirizzo degli utenti finali dei servizi di streaming che diffondono film e sport illegalmente.

Nella prima parte del verbale, scrive il quotidiano economico, si fa presente che le violazioni contestate portano a due tipi di sanzioni amministrative pecuniarie: 154 euro nel caso di utilizzo in maniera illecita di contenuti audiovisivi coperti dal diritto d’autore, oppure di 1.032 euro «in caso di recidiva». L’utente può ridurre l’ammontare della multa se paga entro 60 giorni, cavandosela con una sanzione di 51 euro o 344 euro.

Dopo l’operazione della procura di Napoli e condotta della Gdf del maggio scorso, che ha colpito 500 risorse web illegali e 20 canali Telegram, le sanzioni per la prima volta in Italia, quindi, vanno ora a colpire anche gli utilizzatori finali che usano il cosiddetto “pezzotto”.

Gian Luca Berruti, colonnello della Guardia di Finanza, responsabile delle indagini e nel frattempo passato in servizio presso l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale: «Un ruolo determinante nel contrasto al cybercrime è giocato dalle innovative tecniche investigative connotate dal supporto dei nuovi strumenti tecnologici». Nel dettaglio in questo caso specifico si è arrivati all’individuazione dell’utente finale con il tracciamento di tutte le connessioni ai siti pirata (gli IP) unito, in tempo reale, all’incrocio di informazioni telematiche con quelle derivanti dagli strumenti di pagamento utilizzati

Questo doppio riscontro, insieme alle ulteriori indagini sul territorio, ha consentito di identificare circa 6 mila utenti ai servizi di streaming illegale. Al momento, a quanto verificato dal Sole 24 Ore, i colpiti dai verbali sarebbero 1.600. E, di questi, circa un migliaio avrebbero già pagato. Il 20% circa di questi casi apparterrebbe anche alla categoria più grave. «È importante sensibilizzare tutti i cittadini, soprattutto i giovani, su questo tema – aggiunge Berruti – e far capire loro che finanziare questo business significa finanziare la criminalità organizzata. Dobbiamo tutelare l’economia sana e le imprese che rispettano le regole».

Associazioni come la Fapav , Sky, DAZN, Mediaset o la Lega Serie A, detentrice dei diritti TV, denunciano che il fenomeno della pirateria rischia di svalutare pesantemente il valore del prodotto calcio e di quello sportivo.

Stefano Azzi, ceo di DAZN in Italia: «I clienti finali che, grazie alle operazioni svolte, vengono identiticati e multati per aver commesso atti di pirateria stanno crescendo. Se da un lato questi numeri sono la dimostrazione che la pirateria in Italia è diffusa in maniera massiccia dall’altro confermamo quanto le Forze dell’Ordine siano sempre attive e impegnate a debellare un problema che sta provocando ingenti danni al sistema»

Andrea Duilio, ceo di Sky Italia: «Queste prime multe mostrano che è doppiamente pericoloso usufruire di servizi pirata, perché non solo si consegnano i propri dati personali a organizzazioni criminali, ma si compie anche un illecito per cui si è multati e perseguiti».

Fonte: Il Sole 24 ore

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