Il problema dell’assegnazione delle frequenze televisive pare sempre più intricato. Un rebus di difficile soluzione che da parecchi mesi ha creato forti attriti tra il governo, le società della telefonia mobile e le tv locali.
L’esecutivo, sospinto dai guai di bilancio pubblico e dalla Legge di Stabilità 2011, ansioso di incassare 2,4 miliardi di euro dall’asta LTE per la banda larga mobile, vorrebbe anche assegnare nuove frequenze tv a Mediaset nella gara gratuita a beauty contest riservata alle tv nazionali. Le compagnie telefoniche, in attesa di acquistare le preziose frequenze tv per l’uso delle nuove tecnologie di Internet mobile, minacciano di disertare l’asta se i canali (61-69 UHF) non verranno prima liberati. In ultimo le emittenti locali, uniche aziende a cedere forzatamente le frequenze per la gara delle telco, rivendicano indennizzi più elevati e intimano ricorsi ai trbunali amministrativi. Insomma, una vicenda bloccata dalle politiche del governo, che discriminano le piccole società tv italiane a favore dei grandi e pochissimi operatori nazionali.
Antonio Sassano, professore ordinario presso l’Univesità La Sapienza di Roma, direttore generale della FUB e consulente tecnico dell’Autorità Garante delle comunicazioni, tra i maggiori esperti del settore, propone una soluzione, simile a quella suggerita dell’ex-ministro Gentiloni, per liberare lo spettro elettromagnetico e sbrogliare la tribolata querelle delle frequenze tv.
In primo luogo nel contesto del concorso di bellezza che assegnarà gratutitamente 5 canali alle tv nazionali, Sassano propone di eliminare il lotto B che consegnerà due multiplex agli operatori incumbent del mercato italiano del digitale terrestre (con tutta probabilità a Mediaset e Rai). In questo modo si potrebbero liberare ben due mux che verrebbero riassegnati alle tv locali, che in molte regioni non hanno frequenze a sufficienza e che per legge dovrebbero ottenere un terzo delle risorse frequenziali. Rai e Mediaset potrebbero inoltre recuperare le due frequenze non assegnate della gara riqualificando i mux DVB-H (per la tv mobile) in loro possesso, una tecnologia che ha avuto scarso successo nel mercato.
Nella gara a beauty contest infine si potrebbe inoltre aggiungere un sesto mux, anch’esso orgininariamente destinato al DVB-H, in modo da assegnare ai nuovi operatori del digitale terrestre ben 4 frequenze, che secondo Sassano dovrebbero essere cedute non gratis ma con tariffe d’uso di almeno 250 milioni di euro l’una. Le soluzioni proposte da Sassano potrebbero quindi sbloccare definitivamente l’asta LTE degli operatori mobili, dato che le emittenti regionali otterrebbero più canali e potrebbero incassare una cifra più alta di indennizzi derivante anche dagli incassi del beauty contest.