«Per una puntata di Servizio Pubblico raccogliamo circa 400.000 euro di pubblicità e a fine stagione arriveremo a un totale di 4-5 milioni, un risultato fino a poco tempo fa impensabile e che rispecchia la crisi della Rai. Evidentemente anche da parte degli investitori c’é una voglia di ribellarsi a un sistema bloccato, che non viene rilevata dal sistema politico». Michele Santoro intervenendo al convegno “Rai, cambiare la musica, cambiare l’orchestrà“, in corso a Roma, dedicato a proposte sulla governance dell’azienda pubblica, organizzato dall’Italia dei Valori, racconta il successo della sua iniziativa alternativa, che ha dato vita al famoso programma multipiattaforma.
«La piccola esperienza che ho cominciato quest’anno – ha aggiunto il giornalista -, pensavo fosse destinata al successo per un piccolo numero di serate, basandomi sull’esperienza di Raiperunanotte per cui c’era stata una partecipazione di massa che voleva segnalare la necessità di cambiare il sistema, esigenza che però ha avuto un’esigenza molto debole dai partiti. Io avevo la ragionevole speranza di fare 4-5 serate con lo stesso successo, ma arrivare alla fine di una stagione televisiva era un’idea utopistica, invece è successo, ci siamo arrivati».
Nonostante il calo di ascolti che Servizio Pubblico ha subito in tv (tra satellite e digitale terrestre) in questi primi mesi del 2012, ad esempio giovedì scorso ha fatto registrare solo il 5,5% di share con 1.292.000 spettatori, il programma di Santoro continua a sorprendere e a ottenere un successo insperato data la particolare e eterogenea diffusione della stessa trasmissione. Il giornalista ha anche sottolineato che gli piacerebbe che per una volta si prendesse atto che la sua posizione verso il sistema dell’informazione italiana non è quello di una vittima ma di chi si batte per il suo cambiamento. «Da questa mia battaglia non ho ricavato solo cose negative ma anche positive, – afferma Santoro – come una grande popolarità e cerco compagni di strada per continuare».
Fonte: ANSA