A switch-off avvenuto tutti i segnali analogici televisivi sono stati spenti nella capitale. Roma ha reagito alla rivoluzione tecnologica tv in modo scomposto e disordinato, smentendo le ottimistiche dichiarazioni del Ministero dello sviluppo economico, che annunciano una buona riuscita del passaggio. La vicenda ricorda troppo la transizione di Torino. Nel solo lunedì sono state registrate 46 mila chiamate d’assistenza ai numeri verdi e ad oggi se ne contano quasi 100 mila. Per tutta la giornata di ieri molte zone della città sono rimaste oscurate dal segnale tv. Anche Palazzo Chigi è rimasto senza i canali tv nazionali. E i problemi non sembrano essersi risolti con la giornata di martedì.
DGTVi richiama alla calma, spiegando che servirà qualche giorno per assestare i ripetitori e le frequenze dei canali. Ma le associazioni dei consumatori sono già pronti a dare battaglia. Adoc e Codacons denunciano i disservizi del digitale terrestre a Roma città e la quasi totale mancanza di schede (smart card) e decoder satellitare Tivù Sat nei punti vendita, accusando la grande distribuzione e i consorzi DGTVi e Tivù. Le associazioni di consumatori preparano un ricorso d’urgenza in tribunale per posticipare lo switch-off nel Lazio.
Ancora una nota negativa viene registrata per il contributo statale per gli anziani over 65. Delle 130 mila persone aventi diritto al bonus solamente 16.711 sono stati erogati per l’acquisto dei decoder. E proprio gli anziani hanno i maggiori problemi di adattamento alla nuova tecnologia. Questi dati rendono chiara quanto sia stata ancora una volta poco efficacie la campagna di informazione sul dtt. Ma come sappiamo questa tipologia di informazione “sociale” è sempre stata messa in secondo piano rispetto alle indicazioni d’acquisto e d’uso delle offerte commerciali del nuovo mercato delle pay-tv.