Il 2012 è stato l’anno del sorpasso di Sky ai danni di Mediaset in cima alla classifica dei ricavi tv. Ma è stato anche l’anno del crollo della spesa per comunicazioni e quello delle solite difficoltà ad accedere a Internet per gli italiani. Lo riporta la Relazione Annuale Agcom, presentata stamane da Angelo Marcello Cardani alla Camera.
L’Agcom ha quindi certificato il sorpasso di Sky nei ricavi tv: lo scorso anno il gruppo del magnate Rupert Murdoch ha incassato 2,63 miliardi di euro (il 32% del totale, -1,4% sul 2011), Mediaset 2,49 miliardi (il 30,2%, -13,2%), Rai 2,34 miliardi (il 28,5% del totale, -7,5%). Ancora più evidente il predominio assoluto di Sky sul fronte della pay-tv, un settore che ha perso il 3,5% a 3,368 miliardi: Sky Italia detiene il 77,6% dei ricavi del settore; seguita da Mediaset (il 17,8%) e dagli altri operatori con il 4,6%.
Cala ma anche nel 2012 resta incontrastato il dominio dell’audience della tv generalista in Italia: il 75%, fatto dal 40% di share medio giornaliero in mano alla Rai e il 35% di Mediaset. I 6 canali generalisti delle due emittenti registrano un calo nell’ascolto medio, solo in parte compensato da una crescita dell’audience dei canali tematici. Battuta d’arresto invece per i canali di Sky e delle altre emittenti satellitari, con l’audience satellitare stabile intorno al 12-13%. Quanto alle altre emittenti terrestri, il trend di ascolti è caratterizzato da un andamento ascendente.
Secondo l’Authority, «a fronte dell’inerzia delle posizioni degli operatori storici, è possibile osservare un lento ma costante declino dei canali generalisti e un correlato consolidamento dei canali tematici, anche grazie alla diffusione del digitale terrestre, indicazione di una fruizione maggiormente personalizzata del contenuto televisivo».
Con riferimento alle modalità di ricezione del prodotto televisivo, il completamento del processo di digitalizzazione risulta evidente dalla circostanza per cui a fine 2012, con il completamento dello Switch-off, la trasmissione in tecnica analogica dei contenuti televisivi è cessata. Quasi l’85% della popolazione fruisce di contenuti televisivi in tecnologia digitale terrestre, mentre la restante parte ne usufruisce tramite la piattaforma satellitare, che, rispetto al precedente anno, appare in leggera flessione (-1,1%). Del tutto marginali sono infine gli ascolti realizzati dalle piattaforme Iptv, peraltro in calo rispetto alle rilevazioni precedenti, e ciò appare indice della netta preferenza da parte degli utenti verso il consumo dei prodotti televisivi tramite le piattaforme televisive tradizionali.
Pubblicità. Dalla relazione Agcom, emerge un calo generalizzato del settore: -17,9% per la tv (da 4,221 miliardi del 2011 a 3,467 miliardi del 2012), -7,1% per la radio (da 565,81 milioni a 525,49 milioni), -19,1% per l’editoria (passata dai 2,649 miliardi del 2011 ai 2,143 miliardi del 2012, con un -16% per i quotidiani e un -22.4% per i periodici); -20% per gli annuari; -18,7% per il cinema; -12,5% per la pubblicità esterna. Cresce solo la componente Internet, con un +10,3% (da 1,407 miliardi del 2011 a 1,552 miliardi).
Relazione Annuale Agcom 2013 (pdf)
Fonte: repubblica.it | Ansa | Italpress | AGI
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