Sette riforme per cambiare il futuro della Rai. Le ha proposte l’Usigrai nel convegno #AgendaRai, in vista della prossima legislatura.
Al primo punto – ha spiegato il segretario Vittorio Di Trapani, eletto lo scorso novembre – la riforma della legge Gasparri. Sul tema sono intervenuti diversi esponenti politici, oltre al dg Luigi Gubitosi. «I vertici della tv pubblica sono oggetto e non soggetto delle variazioni di legg – ha sostenuto. – Anche io sono stato nominato da qualcuno, ma questo qualcuno non mi ha chiesto niente e non lo incontro da tanto tempo – ha proseguito riferendosi al premier Mario Monti -. Si può dire quello che si vuole, ma nella mia gestione nomine politiche non ci sono state».
«Siamo pronti alla sfida anche di fronte alla riorganizzazione aziendale», ha assicurato Di Trapani, definendo «opportuno immaginare un tavolo a tre tra azienda, sindacato e istituzioni». Il segretario Usigrai ha citato in primo luogo la necessità della riforma sulla governance «per assicurare autonomia e indipendenza e per eliminare i costi legati alla politica». Ha poi chiesto «certezza di risorse perché l’evasione del canone è a livelli altissimi e la riforma della natura giuridica dell’azienda, perché essere equiparati alla pubblica amministrazione impedisce di essere al passo con il mercato».
Di Trapani ha quindi auspicato una legge sui conflitti di interesse («c’é ne è uno macro – ha spiegato – ma poi ce ne sono tanti altri») e «un nuovo piano frequenze, ancor più importante in vista dell’asta, perché la Rai in molte parti d’Italia non si vede. Nel 2016 scade la concessione di servizio pubblico per la Rai – ha proseguito -. Chiediamo che si parta subito con il dibattito, tenendo presente che il servizio pubblico è uno e indivisibile». Di Trapani ha quindi posto l’accento sulle pari opportunità e sulla corretta rappresentazione di genere «in tutte le sfaccettature del servizio pubblico».
Fonte: ANSA