E martedì, per evitare repliche di un’azienda che passa di partito in partito, il direttore generale avrà un confronto con tutti i responsabili di canali e testate per preparare la Rai a una campagna elettorale senza oscillazioni a destra o sinistra. La politica tiene ancora le radici in azienda, Gubitosi cerca di non scontentare le parti e dialoga con chiunque: dialogare è la parola chiave, prima il dg di destra ignorava la sinistra, e viceversa.
I vertici di viale Mazzini avevano isolato una terna per il Tg1: Monica Maggioni perchè donna, trasversale, cattolica, ma troppo vicina all’epoca minzoliniana (firmò la lettera di solidarietà); Mario Orfeo perchè equilibrato, esperto e in ascesa, ma al capo di un giornale, il Messaggero, inevitabilmente vicino a Pier Ferdinando Casini. Sorgi vanta una lunga carriera nel quotidiano degli Agnelli e lo stesso Gubitosi ha lavorato con la famiglia, in Fiat. La nomina potrebbe slittare al 15 dicembre, seconda e ultima data utile, se l’azienda dovesse fallire l’aggancio dei voti berlusconiani in Cda, che potrebbero agire in ordine sparso.
Davanti ai dirigenti tecnici della Rai si presenta una settimana difficile: lunedì dovranno ufficializzare gli argomenti sul tavolo del Cda, che potrebbero includere i cambi di poltrona per Rai1, Giancarlo Leone per Mauro Mazza; Rai2, Angelo Teodoli per Pasquale D’Alessandro; forse Rai3, Andrea Vianello (molto stimato e molto amico di Gubitosi) per Antonio Di Bella. Il colpo più delicato da piazzare è il Tg1. Per l’informazione della tv pubblica le nomine sono un passaggio fondamentale, che avviene a pochi giorni dall’elezione del nuovo segretario del sindacato Usigrai, Vittorio Di Trapani, arrivato a Rainews come borsista e da sempre impegnato nei comitati di redazione.
Il prossimo direttore del telegiornale di Raiuno dovrà rivoluzionarie la testata che si ritrova sempre a mezzobusto nella palude dei partiti, fra pastoni, servizi brevi di un minuto e interminabili promozioni turistiche. Ai tecnici piace il telegiornale stile Mentana con una incisiva presenza del conduttore, che non si limita a leggere con disinvoltura la scaletta sul gobbo. Gubitosi e Tarantola vogliono lasciare un segno durante il sonno dei partiti che stanno per tornare e restare simbolicamente imparziali, per poi magari ottenere una riconferma, un po’ come il loro principale mentore: il tecnico dei tecnici, Mario Monti.
Fonte: Il Fatto Quotidiano (Carlo Tecce)
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.