Il prossimo 19 gennaio la Commissione di Vigilanza voterà per l’approvazione del piano di riforme della Rai. Il parere vincolante dei parlamentari che giudicheranno anche il nuovo assetto dell’informazione della tv pubblica potrebbe però essere negativo.
Secondo Il Messaggero, la bozza del documento preparato della Commissione muove ben 16 critiche al progetto presentato l’estate scorsa dal dg Gubitosi. Un piano che prevede la creazione di due newsroom, con la prima che unirà le redazioni di Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, e la seconda che accorperà invece il Tg3, Rai News 24 e l’informazione regionale della TgR, con sinergie tra tg e tagli consistenti del numero delle edizioni, che sfocerà poi nella nascità di una redazione unica che il progetto di riforma ribattezza Rai Informazione.
La relazione della Vigilanza Rai sottolinea che l’intero piano è da rifare. Il relatore Pino Pisicchio (gruppo Misto) afferma che nella sua proposta si conferma la necessità di una riforma, ma non si fa accenno alla creazione delle newsroom. La Commissione infatti vorrebbe mantenere l’attuale struttura con le multiple testate giornalistiche (fortemente lottizzate dai partiti politici), organizzando invece un coordinamento per la razionalizzazione delle risorse. La riforma, secondo la Commissione parlamentare, deve comunque offrire un servizio pubblico contraddistinto da obiettività e completezza di informazione, da ampia apertura a tutte le correnti culturali.
Nella relazione, che definisce il parere della Commissione come pienamente legittimo, si consiglia di avvelersi di risorse interne dell’azienda tv, così da limitare l’acquisto di format. Ad esempio potenziando web e risorse digitali Inoltre si suggerisce di adottare una precisa linea editoriale che caratterizzi ciascuna delle testate giornalistiche e sia coerente col piano editoriale della Rai. Si chiede poi che i TgR, le testate regionali, continuino ad avere un ruolo centrale e che vengano ripristinati gli spazi informativi di Radio 2 e Radio 3. Insomma il parlamento boccia qualsiasi forma di accorpamento delle news della tv pubblica.
Tra le richieste all’interno del documento spicca quella della trasparenza delle nomine dei direttori delle testate, attraverso la pubblicazione di un avviso nel sito della Rai e sui principali quotidiani e settimanali nazionali. Per quanto riguarda il taglio ai costi dell’azienda radio tv pubblica, andrebbero indicati modalità e i tempi, perchè evitare sprechi e duplicazioni non sarà sufficiente se non verranno promosse sinergie attingendo dalle risorse interne.
Il piano Gubitosi verrà discusso il prossimo 16 gennaio in un convegno organizzato dalla Rai. Intanto dalla politica arrivano più critiche che apprezzamenti. Si teme probabilmente che nasca una tv pubblica realmente autonoma e indipendente dai palazzi del potere. Per questo motivo si ipotizza un rinvio (l’ennesimo) fino alle nomine del nuovo Consiglio di amministrazione di Viale Mazzini.
Maurizio Gasparri (FI) ha dichiarato oggi ad Askanews: «Il piano di unificazione dei tg di Gubitosi non esiste più. E’ chiaro che la Commissione di Vigilanza non potrà mai avallare uno schema così cervellotico e destinato ad alimentare confusione e spreco. Ne discuteremo in maniera dettagliata nelle prossime settimane, con suggerimenti razionali e seri tesi a realizzare risparmi veri ma – aggiunge – senza alimentare bizzarri disegni di una direzione generale palesemente inadeguata».
Fonte: Il Messaggero | Askanews