«Dopo 7 anni di aumenti annuali e costanti del canone Rai, per il 2014 si è inteso confermare la parità degli importi dello scorso anno per coerenza con l’attuale quadro economico e normativo». Lo ha annunciato ieri su Twitter il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, che con un decreto ha stabilito l’ammontare del canone di abbonamento alla Rai in vigore dal primo gennaio 2014 mantenendolo fermo all’importo dello scorso anno. «Detta decisione – spiega – ha tenuto conto dei principi e delle finalità della revisione della spesa che tendono alla modernizzazione delle procedure e modalità di spesa delle amministrazioni pubbliche e delle società controllate, inclusa la Rai Radiotelevisione Italiana spa, concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo impegnata a fornire servizi pubblici di alta qualità al più basso costo possibile per il contribuente».
Grande soddisfazione per l’associazioni di consumatori Codacons, che ha più volte denunciato i continui e ingiustificati aumenti. L’ad Rai, Luigi Gubitosi, è invece rimasto deluso: «Siamo investiti da fuoco amico», ha dichiarato ieri. L’aumento del canone sarebbe stato di 1,2 euro l’anno come adeguamento all’inflazione. Ora l’impatto sui conti aziendali potrebbe essere pesante. Nell’anno del Mondiale di Calcio in Brasile, che costerà 100 milioni di diritti tv, la televisione pubblica accuserà un mancato incasso tra i 20 e i 22 milioni di euro, secondo Aldo Fontanarosa de La Repubblica. Una perdita che suona come una beffa per una dirigenza che è riuscita nel 2013 a riportare l’azienda dopo anni bui all’ultile operativo. Ora Gubitosi avrà l’arduo compito di trovare ulteriori risorse (cioè i soliti tagli) per tenere in piedi il servizio pubblico tv.
Protesta invece l’Usigrai, il sindacato dei giornalisiti Rai: «Siamo alle solite: della Rai ci si occupa solo per far cassa e sottrarre risorse, ma non per approvare norme per liberarla dal controllo del governo e dei partiti. Ancora una volta – prosegue il comunicato – si fa un generico riferimento al recupero dell’evasione del canone (che ricordiamo ammonta a oltre 550 milioni di euro all’anno) senza però introdurre strumenti certi. In quest’ottica risulta incomprensibile e inaccettabile la decisione delMministero dello Sviluppo economico di bloccare per decreto l’adeguamento del canone per la Rai all’inflazione».
«Se si vuole davvero combattere l’evasione – aggiunge il segretario Usigrai Vittorio di Trapani, interpellato dall’Ansa – sono necessari provvedimenti seri, come l’introduzione del canone in bolletta o la sua trasformazione in tassa di scopo. Vanno trovati sistemi per pagare meno, anche in maniera progressiva rispetto al reddito in modo da andare incontro ai ceti meno abbienti, pagando tutti. Questa è la strada per affrontare in modo serio il tema della risorse».
Di Trapani ricorda anche che il canone Rai, «che in pratica equivale a due tazzine di caffè al giorno, è tra i più bassi d’Europa: in base ai dati dell’European Broadcasting Union, siamo al 13° posto tra i servizi pubblici europei e in rapporto al Pil la posizione in graduatoria scende ancora di più. Come ascolti, invece, siamo al quinto posto». La nota conclude sottolineando che si tratta di «un colpo ai conti aziendali in via di ristrutturazione anche attraverso scelte dolorose, che rischia di essere pagato dai cittadini in termini di qualità del prodotto».
Fonti: Asca | iltempo.it |repubblica.it
View Comments
"Di Trapani ricorda anche che il canone Rai, «che in pratica equivale a due tazzine di caffè al giorno, è tra i più bassi d’Europa:"
Io ricordo ai cittadini (con di trapani non ci parlo) che dove si paga il canone in Europa, non esiste la pubblicita'.
Non solo. In Italia ci sono canali emergenti (Dimax, Focus ecc ecc) che pur non prendendo un centesimo di canone, riescono ad avere MENO pubblicita' della Rai, rendendo assolutamente ridicole le parole del signor di trapani qui sopra.
Non solo. I canali emergenti tipo focus ecc ecc hanno il buon senso di far vedere la pubblicita' nel momento giusto, ed e' sempre pubblicita' mirata.
La rai invece, fara' una domanda complicatissima al politico di turno su un qualcosa come una proposta di legge e poi ti dice che "rispondera' dopo la pubblicita" che a me significa ceh rispondera' dopo avermi mostrato fino a 14 spot pubblicitari di qualsiasi articolo indirizzati a chiunque, dagli assorbenti al mastice per dentiere, all'asdl e via cosi'.
Spesso manco il presentatore si ricorda che una domanda e' stata fatta, e di solito la domanda e' ad uno di destra, che magari doveva dire qualcosa di detrimente alla casta di sinistra quindi dimentichiamoci pure che una domanda era stata fatta.
Insomma siamo distante 50 anni luce rispetto all'europa.
Se non pubblicate questo mio commento, capiro' il perche'.