Sono nati 11 anni fa. Sono 21 comitati, uno per ogni Regione oltre alle due province di Bolzano e Trento. Sono i Comitati regionali per le comunicazioni (Corecom) che si occupano da più di una decade di conciliazioni e controversie tra imprese della comunicazione e cittadini, di tutela dei minori, di Par Condicio, di sondaggi, di monitoraggio delle tv locali, forniscono attività di consulenza ai consigli regionali e alle giunte ed altro ancora.
Secondo il quotidiano il Messaggero, in questi tempi di austerità, i Corecom costano troppo: 12 milioni di euro in costi del personale e della struttura, oltre a decine o centinaia di migliaia di euro a comitato, per delle spese specifiche come convegni, acquisto di materiali. 2,4 milioni sono pagati dall’Agcom, mentre 9,6 milioni arrivano dai consigli regionali. Ed è anche il luogo dove spesso ottengono una poltrona ex politici, giornalisti in pensione o in attività, avvocati, ingegneri, commercialisti, professori universitari, tutti di solito vicini alla politica.
Il caso che in questi giorni ha portato i Corecom agli onori delle cronache è stato quello di Mario Capanna, il leader del ’68 milanese che si è dimesso dalla presidenza del Corecom dell’Umbria. Il politico, parlamentare e consigliere regionale della Lombardia, ha lasciato l’incarico del comitato, che presiedeva dal 2011, costretto da una legge regionale che vieta di cumulare i vitalizi percepiti come ex consigliere e parlamentare con gli stipendi corrisposti da enti della PA. Ma secondo Antonio Calitri del quotidiano romano, Capanna è solo la punta dell’iceberg della consistente ciurma di raccomandati e parenti della politica pluristipendiati che siede nei comitati regionali.
Tra i nomi più noti c’è il presidente del Corecom delle Marche, Pietro Colonnella, ex presidente della Provincia di Ascoli Piceno; o Sandro Vannini, presidente del Corecom Toscana e coordinatore nazionale di tutti i Corecom, ma anche ex consigliere comunale di Siena; oppure l’ex giornalista sportiva di Telelombardia, Federica Zanella, presidente del Corecom Lombardia, non eletta col Pdl alla Regione; o ancora la giornalista Enrica Ferri (Corecom Valle d’Aosta), contestata al momento della votazione perché moglie dell’ex consigliere regionale del Pdl, Enrico Tibaldi.
Eppure i Corecom, anche se non molto conosciuti, svolgono funzioni importanti e delicate. «Il lavoro di cui andiamo più orgogliosi è quello delle conciliazioni – spiega al Messaggero il coordinatore dei Corecom, Vannini – che nel 2013 ha riguardato 71.692 casi, che significa, tante liti tra cittadini e operatori della comunicazione risolte, all’80% con una restituzione ai cittadini di 25 milioni di euro. Una cifra importante che aumenterà ancora di più quest’anno, dove le proiezioni che abbiamo fatto ci indicano che supereremo le 100 mila conciliazioni. Un altro compito importante è quello della graduatoria sulla quale nel 2012 il Ministero ha elargito alle emittenti locali 70 milioni di euro».
Fonte: Il Messaggero