L’Agcom non ci sta. E presenta ricorso in merito alla sentenza del Consiglio di Stato (6021/2013) sulla tribolata questione della numerazione automatica dei canali del digitale terrestre.
Secondo l’Autorità per le comunicazioni il Consiglio di Stato ha preso un abbaglio, e ha interpretato male i dati sulle preferenze dei telespettatori per quanto concerne l’ordinamento dei canali prima del passaggio alla tv digitale. La sentenza del dicembre scorso (vinta dall’emittente locale Telenorba) ha annullato una parte della delibera sulla numerazione LCN (237/2013), e ha imposto un commissario ad acta (Marina Ruggieri) per riattribuire i numeri 8 e 9 del telecomando. E nel frattempo, in tempi brevissimi, il commissario ha proposto un nuovo schema di provvedimento per i numeri del telecomando.
Il ricorso “per revocazione” è stato presentato il 13 marzo allo stesso Consiglio di Stato. Ora l’Avvocatura dello Stato dovrà dimostrare se le sentenze dei giudici di Palazzo Spada si sono basate su un’erronea lettura degli atti.
L’Agcom quindi ha scelto la linea dura per difendere le numerose e pasticciate delibere che escludono i canali locali, e mantengono Mtv e Deejay Tv rispettivamente al numero 8 e 9 del telecomando. Alla base del ricorso per revocazione ci sono le due tabelle dell’indagine Piepoli del 2013 commissionate dall’Authority sui gusti e gli usi dei telespettatori prima del passaggio al digitale terrestre, scrive ItaliaOggi.
Nella prima tabella, quella originale, si dimostra che i telespettatori preferivano i canali nazionali generalisti ai numeri 8 e 9. La seconda, presentata al Consiglio da Telenorba, sconfessa la prima, e dimostra come quei posti appartengano tradizionalmente alle tv locali. Nella prima tabella si considera poi l’intero campione intervistato (23.604 soggetti), cioè coloro che ricordavano dov’era il primo canale locale prima dello Switch-off (il 54%) aggiunti a coloro che invece non lo ricordavano. Mentre nella seconda tabella viene preso in considerazione solo quella parte di campione che lo ricordava (15.342 soggetti). Il risultato è che nella seconda tabella il 65% degli intervistati colloca ai primi posti del telecomando (dal numero 1 al numero 9) le tv locali, mentre nella prima solo il 42%.
L’Agcom sostiene che con i giusti calcoli le quote sono uguali ed escludono le locali dai primi 9 numeri. Sono quindi i giudici del Consiglio di Stato ad aver preso un granchio. C’è da far notare che l’Authority non può fare più appello e l’unico modo per mettere in discussione la sentenza è dimostrare che c’è stato un errore di valutazione e chiedere quindi la revocazione.
L’Agcom richiede inoltre che il ricorso di Telenorba sia rigettato, che siano bloccati i provvedimenti della sentenza e del nuovo schema di provvedimento del commissario ad acta, e infine che sia dichiarata valida la delibera 237/2013 dell’ultimo Piano LCN Agcom (mai entrata in vigore). Secondo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato, l’Agcom non aveva ottemperato a una sentenza precedente sulle preerenze dei telespettatori, e aveva esercitato un potere di revisione non rischiesto pubblicando un nuovo provvedimento con la delibera 237/2013. La diatriba tra i due organi e tra potrebbe a questo punto finire in Cassazione.
Fonte: ItaliaOggi