La Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai comincerà a votare sui sette membri del Cda di sua competenza a partire da giovedì 21 giugno. Lo si apprende da fonnti parlamentari.
I candidati potranno presentare i curricula entro lunedì 18 giugno. La decisione, si legge in una nota della Commissione, risponde all’esigenza di assicurare ai singoli commissari un ulteriore tempo per esaminare i numerosi curricula sulla base della loro corrispondenza ai requisiti di legge. A tale scopo il Presidente ha fatto la proposta, accolta da tutti i Gruppi, di fissare una nuova scadenza per l’invio dei curricula a lunedì 18 giugno alle ore 21.
La nuova data è stata decisa dall’ufficio di Presidenza della Vigilanza, riunito a San Macuto questo pomeriggio, secondo quanto riferiscono. Il voto per il rinnovo del Consiglio di amministrazione è stato fissato per per la prossima settimana in modo da consentire la presentazione dei contestati palinsesti della tv pubblica, fissati sempre per lunedì prossimo a Roma e Milano. «Voglio augurarmi che questo adempimento – ha dichiarato il presidente della Vigilanza Sergio Zavoli – contribuisca a creare le condizioni per risolvere, nell’attuale congiuntura che investe la Rai, una questione che incide sulla vita civile e culturale della nostra democrazia repubblicana».
Intanto la Lega Nord gioca a nascondino, proponendo un’improbabile astensione dalle votazioni. «La Lega non proporrà alcun nome per il prossimo consiglio di amministrazione della Rai. Confermiamo la nostra posizione sulla improcastinabilità della sua privatizzazione perché questo è l’unico modo per tenere fuori i partiti dall’azienda. Nel 1995 la maggioranza dei cittadini hanno votato affinché la Rai non fosse più sulle spalle dei contribuenti, noi chiediamo di rispettare quell’impegno prima che sia troppo tardi e non valga più nulla». Lo dichiara Davide Caparini, responsabile della comunicazione della Lega Nord.
«L’auspicio – aggiunge – è che tutti i partiti si tengano fuori dalle nomine del cda Rai. La situazione economica è di assoluta emergenza e richiede misure straordinarie senza le quali si profila il rischio di un intervento di salvataggio come quello per Alitalia. Aumentare il prezzo della benzina per la ricostruzione dell’Emilia può avere un senso, certamente non per pagare gli stipendi al carrozzone Rai». Come al solito i leghisti abbaiano ma non mordono, e mentre strillano ai quattro venti le proprie campange contro il canone Rai e a favore della privatizzazione, al solito si posizionano sulle poltrone più ambite di viale Mazzini…
Fonti : AGI | ANSA