«Dopo aver congelato l’assegnazione delle frequenze attraverso il beauty contest ci aspettiamo dal governo Monti un’azione decisa sul sistema televisivo, l’unico settore che ha davvero bisogno di essere liberato da posizioni dominanti che soffocano il sistema ma anche e soprattutto l’economia italiana». Così l’ing. Luca Montrone, presidente dell’Associazione Alpi e del Gruppo Norba, commenta la norma che rinvia di tre mesi il concorso di bellezza dei canali del digitale terrestre, contenuta nel decreto sulle liberalizzazioni.
«Al premier, Monti, e al ministro dello Sviluppo, Passera, chiediamo un incontro urgente per ascoltare le ragioni dell’emittenza locale. Intanto ricordiamo che basterebbe rispettare quanto prevedono le leggi per risolvere la questione del beauty contest. Una premessa: le frequenze di cui parliamo, quelle di qualità, sono delle tv locali; infatti, il Testo Unico della Radiotelevisione, prevede che un terzo delle frequenze vada all’emittenza locale. Delle 27 frequenze di qualità, dunque, alle tv locali ne spetterebbero nove, mentre attualmente non ne hanno neanche una. Delle 6 del beauty contest, 3 potrebbero essere vendute, mentre le altre tre devono restare nella disponibilità dell’emittenza locale. Ne mancano all’appello altre sei che sono facilmente reperibili: ad esempio, siamo certi che altre tre frequenze alla Rai farebbero del bene? Oppure, come è certo, sarebbero un ulteriore costo insostenibile per l’azienda pubblica?».
Montrone torna sulle frequenze già espropriate alle emittenti locali e vendute all’asta: «Quell’asta – ricorda – ha fruttato allo Stato un incasso di 4 miliardi; riteniamo che il ristoro degli espropri debba consistere in un decimo degli introiti dell’asta e che debba essere esteso a tutte le emittenti locali e non solo a quelle che operano nelle zone già passate al digitale, perché è l’intero sistema ad essere stato depauperato di quelle frequenze e non solo le tv delle zone già passate al digitale. Il passaggio definitivo al digitale dell’intero territorio nazionale avverrà nei prossimi sei mesi ed è necessario che il mercato televisivo dia a tutti gli attori le stesse possibilità. Se le frequenze saranno riservate solo ad una parte, sarà sempre quella parte a dominare sul settore».
«Chiediamo – continua Montrone – al Presidente Napolitano di vigilare per permettere alle emittenti locali di garantire il pluralismo dell’informazione e di avere sufficiente forza per consentire alle piccole e medie imprese di penetrare ancor di più con i propri prodotti sul mercato, crescendo e dando una sostanziosa spinta allo sviluppo, quelle piccole e medie imprese che già oggi contribuiscono per il 70,8 per cento al Pil nazionale».
Fonte : La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Bari)
Montrone usa spesso la sua tv locale come mezzo per esprimere una sua esclusiva opinione (che talvolta è di merda) questo comportamento filo-berlusconiano dovrebbe essere censurato e sanzionato
Non sono l’avv. di Montrone, ma che una persona non possa esprimere le sue idee e il suo pensiero mi pare un’idea alquanto nazista….