Mediaset Premium, la pay-tv del gruppo della famiglia Berlusconi, nata nel 2004 con l’avvento del digitale terrestre italiano, nonostante i numerosi e generosi “aiutini” dei defunti governi omonimi, non è ancora riuscita a divenire un’azienda vincente. Anzi, come scrive Claudio Plazzotta su Italia Oggi, la società di Cologno chiuderà il 2011, dopo il pareggio del 2010, con 50 milioni di euro di rosso.
Dal lontano 2004 infatti la tv a pagamento del Biscione ha accumulato un totale di 270 milioni di perdite e non ha ancora raggiunto il break even operativo, che era invece previsto nella pianificazione industriale per il 2011. Troppo poche le tessere attive attualmente in circolazione. Mentre a giugno 2011 poteva contare su 4,2 milioni di smart card, ad oggi Premium può sostenere l’attività grazie ai 2 milioni di abbonati Easy Pay e a 1 milione e 50 mila carte prepagate.
La strategia di impresa della pay-tv del Biscione è sempre stata differente rispetto a quella dell’unico concorrente satellitare: «Sky ha una strategia verticale e tutto passa dal loro decoder proprietario. – afferma Franco Ricci, direttore generale del business pay di Mediaset – Premium è, invece, un modello orizzontale, su più device presenti sul mercato, non solo attraverso il decoder». Per sostenere il business e incrementare il fatturato Mediaset si sta espandendo infatti su altri fronti, che conducono verso il mercato della tv convergente, come ad esempio quello della Tv on Demand sul digitale terrestre (Premium on Demand) e su Internet (Premium Play). Al momento sono stati venduti solo 150 mila decoder on demand. Troppo pochi. Anche se da qualche settimana l’azienda ha rinnovato le offerte dei propri pacchetti includendo l’acquisto o l’affitto dei set-top-box digitali interattivi di Premium.
L’intesa appena siglata con Microsoft poi, garantirà dal prossimo anno la visione on demand dei contenuti Premium sulle console XBox 360. «In Italia ci sono oltre un milione di console Microsoft, – dice Ricci – e di queste una gran parte è connessa alla Rete, e circa la metà ha un abbonamento tipo Live Gold che consente di entrare nel servizio Play di Premium». Un target potenzilae di 300-400 mila nuovi clienti che potrebbe espandere il numero di abbonati della pay-tv «senza obbligarli all’acquisto di un nuovo decoder. Il prossimo passo poi sarà il lancio del servizio On demand e di Premium Play sui televisori connessi di un grosso produttore mondiale» conclude Ricci.