Nel giorno della fondamentale assemblea degli azionisti di Mediaset, chiamata ad approvare i claudicanti conti 2011, il presidente Fedele Confalonieri ritorna sull’argomento (caldissimo) frequenze tv. «La polemica sulla gratuità delle frequenze è strumentale. Calendario alla mano è iniziata alla fine dell’estate proprio mentre era alle battute finali la procedura di assegnazione delle frequenze in Beauty Contest».
Il numero uno del Biscione aggiunge che la questione e l’accesa polemica politica «è esplosa dopo che Sky ha annunciato il suo ritiro dalla gara. Diciamolo ancora una volta, per amor di verità, non per amor di tesi. Il Beauty Contest gratuito è la formula utilizzata in gran parte degli altri paesi europei. Era una procedura legale e condivisa dall’Europa. Mediaset le sue frequenze le ha pagate tutte, anche quella DVB-H (la tv mobile – ndr), oggi all’onore delle cronache con ennesimo regalo. Contro la sospensione del Beauty Contest abbiamo fatto ricorso. Il ministro Passera ha annunciato un decreto per procedere ad un’asta economica».
«C’è stata un po’ di demagogia – continua Confalonieri – : far pagare alle ricche televisioni le frequenze anzichè diminuire i redditi dei cittadini con nuove tasse. Come sappiamo tra le due cose non vi è relazione. Le tasse sono aumentate e siamo proprio sicuri che l’asta produrrà introiti significativi per lo Stato? Parteciperemo? Ancora non possiamo dirlo. Vedremo la disciplina dell’asta che farà Agcom». «Possiamo però fin da ora – conclude Confalonieri – prevedere che neanche l’asta metterà fine alle polemiche sui regali, a meno che a Mediaset non venga ingiustamente impedito di partecipare. Siate sicuri che andremo comunque avanti per difendere i nostri diritti».
Il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, è logicamente dello stessa parte della barricata. «La questione che riguarda l’asta sulle frequenze tv non può considerarsi chiusa. – ha affermato – E’ evidente – ha osservato ai microfoni di Tgcom24 – che in un’economia globale i finanziamenti vanno dove possono fruttare e una condizione è la certezza del diritto. Un investitore va in un Paese dove conosce le regole e sa che queste non possono essere modificate da un momento all’altro. Sul Beauty Contest non si tratta di un braccio di ferro, quella era una gara che presupponeva per chi aveva deciso di prendervi parte investimenti e contenuti. Ora è molto importante che coloro che si erano preparati per la gara non vengano messi da parte. Questa realtà di tutela del diritto e dei diritti acquisiti è stata in parte vanificata con una violazione dello stato di diritto. C’è bisogno di certezza di diritto per poter garantire un non utilizzo strumentale. Spero che la questione non si chiuda così perché sarebbe una perdita un operatore piuttosto che un altro, ma per il Paese».
Fonti: TMNews | MF-DJ