Per il gruppo di Cologno Monzese è certamente una mossa strategica che pone Mediaset in netto vantaggio nel mercato tv in vista del beauty contest che assegnerà gratis sei frequenze e rispetto a tutta la concorrenza, soprattutto nei confronti del competitor Sky sul digitale terrestre. D’ora in avanti infatti chi vorrà trasmettere sul digitale terrestre dovrà necessariamente rivolgersi e stringere accordi con il nuovo operatore guidato dal gruppo della famiglia Berlusconi. Per DMT di Alessandro Falciai, nata da una costola di Elettronica Industriale, per far fronte alla crisi e ai nuovi scenari di mercato (che tendono sempre più a creare monopoli) la fusione è come un ritorno a casa Mediaset, che comporterà un’espansione con più di 3 mila torri di cui 2300 di proprietà.
Tecnicamente Ei Towers, la newco dove Mediaset ha conferito i suoi asset, sarà incorporata dentro DMT con un concambio di 34 nuove azioni Dmt ogni 401 di Ei. Il fondatore Falciai perde il controllo e si diluisce dal 39% al 14% (Mediaset avrà il 60%), ma viene compensato da una generosa valutazione di DMT (317 milioni contro una capitalizzazione di Borsa attuale di circa 230). L’ingresso di Mediaset, assistita da Banca Imi, Bnp e SocGen, porterà in DMT (assistita da Unicredit, Lazard e Vitale&Associati) anche a un ricambio al vertice: Falciai lascerà la carica di presidente e ad. Al suo posto arriverà un management targato Cologno: il candidato principale è Guido Barbieri, il direttore della newco Ei Towers. Il closing della fusione avverrà a dicembre 2011. Per il via libera definitivo occorre anche l’approvazione dell’Antitrust, richiesto in ogni acquisizione: ma diversamente dal solito, questo non sarà un passaggio formale perché l’unione, riferivano ieri alcuni analisti, potrebbe porre qualche questione sugli assetti del mercato.
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.
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