Abbiamo letto con piacere e speranza le parole che Lei e la Dottoressa Tarantola ci avete inviato. In questa fase critica, delicata e piena di contrasti interni e divisioni tra il personale, ci occorre una guida sensibile e capace che sappia rimettere in ordine le macerie prodotte delle precedenti gestioni improntate sulla partitocrazia piuttosto che su un etico spirito aziendale e di servizio pubblico quale un’azienda come la RAI si merita.
Le esperienze passate e i risultati attuali ci raccontano una tendenza a svilire e mortificare il lavoro delle professionalità interne; senza dimenticare che il cittadino utente poco tollera il pagamento del canone TV, tanto odiato ed evaso, perché è ormai il riflesso di un apparato che divora soldi pubblici e produce trasmissioni che si rivelano contenitori senza contenuto.
Nel rispetto per la delicata funzione che andrà a svolgere, e che deve essere adeguatamente retribuita, ci troviamo a dissentire sulla scelta di accettare un contratto così oneroso per le fragili casse Rai. (Il nuovo dg Gubitosi guadagnerà annualmente una cifra lorda fissa di 400.000 euro, a cui si affiancherà un’indennità di 250.000 euro legata al mantenimento del ruolo di direttore generale – ndr). Visti i tempi della tanto urlata “spending review”, ci aspettavamo, con senso etico, l’applicazione di un tetto per gli stipendi dei dirigenti e manager, proprio per solidarizzare e mostrare un segnale di rottura, visto che i dipendenti attendono da quasi tre anni un equo rinnovo contrattuale che tarda ad arrivare.
Ci chiediamo inoltre l’utilità del configurare a tempo indeterminato il suo contratto (…) Non capiamo la ragione e l’opportunità di una scelta simile, tenendo conto che il governo Monti tenta di applicare criteri di flessibilità nel mondo del lavoro e che la Rai stessa sopravvive grazie ad un precariato pagato con i minimi contrattuali e con speranza di assunzione lontana nel tempo. Egregio Direttore, non vogliamo creare attriti o polemiche, chiediamo assoluta trasparenza e rispetto verso un’azienda costituita da tanti dipendenti che ogni giorno si prodigano per realizzare i prodotti televisivi del servizio pubblico, la Rai. (…) Ci attendiamo un cortese riscontro da parte Sua proprio per dare continuità alle parole che gentilmente Lei e la Presidente Anna Maria Tarantola ci avete indirizzato.
Movimento lavoratrici e lavoratori Rai Indignerai
Fonte: Il Fatto Quotidiano