Blocchi, rallentamenti e bassa qualità: quasi tre utenti su quattro hanno avuto almeno una volta questi problemi guardando quest’anno le partite di Serie A su DAZN. Meno della metà dei clienti rinnoverebbe l’abbonamento e quasi il 90% preferirebbe vedere il calcio non soltanto in streaming.
Ecco i risultati completi dell’indagine fatta da YouTrend in collaborazione con Altroconsumo. Per i continui disservizi e per la decisione presa in corso d’opera di vietare la visione su più dispositivi, chiediamo insieme una riduzione del prezzo dell’abbonamento.
Che il servizio offerto da DAZN non fosse all’altezza delle aspettative dei tifosi italiani lo si era già intuito durante lo scorso campionato. Improvvise interruzioni dello streaming, immagini sgranate, ritardi e rallentamenti nella trasmissione erano all’ordine del giorno anche negli anni passati, quando DAZN aveva in esclusiva soltanto 3 partite su 10 e nessuna in contemporanea.
Dall’inizio di questo campionato (più o meno da fine agosto), però, i disservizi si sono fatti più frequenti e capillari, se non altro per il fatto che da quest’anno DAZN si è aggiudicata i diritti a trasmettere tutte e 10 le partite di ogni turno di Serie A (e lo farà anche per le prossime due stagioni) molte delle quali sono in contemporanea.
Disservizi: tre su quattro li hanno avuti
In questo scenario abbiamo voluto capire le reali proporzioni di questo problema e quale fosse realmente l’opinione dei tifosi italiani abbonati a DAZN. L’indagine YouTrend fatta in collaborazione con Altroconsumo, svolta tra il 20 e il 22 ottobre e che ha coinvolto 505 utenti DAZN distribuiti su il territorio nazionale, fotografa infatti una situazione di insoddisfazione generalizzata, nella quale emergono non solo le difficoltà degli utenti a usufruire di un servizio, ma anche l’insofferenza verso una tecnologia (quella delle dirette in streaming) forse non ancora matura per un Paese come L’Italia.
Certo, molti dei disservizi emersi nell’indagine sono dovuti certamente anche alla scarsa qualità della rete internet casalinga degli utenti, ma anche laddove le persone hanno dichiarato di avere una connessione abbastanza veloce o molto veloce (due terzi del campione), le problematiche non sono mancate: tra questi, ben il 72% ha dichiarato di aver avuto almeno un disservizio tra blocchi, rallentamenti o malfunzionamenti tecnici da inizio di questo campionato. Una percentuale che sale all’87% tra coloro che hanno detto di avere connessioni abbastanza o molto lente.
Blocchi, rallentamenti e scarsa qualità
I rallentamenti durante la partita sono il tipo di disservizio più frequente: quasi tre utenti su quattro hanno detto di averli sperimentati durante la visione (di questi quasi il 79% anche più di una volta). Seguono la bassa qualità dell’immagine (immagine sgranata) sperimentata da due utenti su tre almeno una volta. Oltre il 62% infine ha sperimentato purtroppo anche il blocco totale della visione: il caso più eclatante è quello del 23 settembre, giornata in cui tanto nella partita Torino-Lazio, quanto in Sampdoria-Napoli si sono registrate interruzioni anche di 30 minuti.
Due su tre senza risarcimento
Proprio per le interruzioni del 23 settembre DAZN ha attivato il rimborso di una mensilità gratuita per compensare il disservizio subito dai tifosi. Tuttavia, la piattaforma non ha rimborsato a pioggia tutti gli abbonati DAZN, ma soltanto quelli che, a sua discrezione e sulla base di verifiche tutt’altro che trasparenti, DAZN ha ritenuto fossero davanti al teleschermo proprio al momento del disservizio. Quanti utenti siano stati rimborsati in questa occasione non ci è dato sapere. Tuttavia dalla nostra inchiesta emerge che meno di un utente su tre ha ricevuto una qualche sorta di compensazione per i disagi subiti e tra quelli che l’hanno avuto, un terzo lo ha considerato inadeguato.
Calcio in streaming: bocciato
Insomma, fatto sta che solo meno della metà (il 43%) degli attuali abbonati si abbonerebbe nuovamente il prossimo anno se la situazione non cambia. Un dato significativo che diventa ancora più negativo se si prende in considerazione soprattutto chi ha in casa una connessione lenta: tra indecisi e decisi a non rinnovare, 3 utenti con connessione lenta su 4 rischiano di non restare abbonati il prossimo anno.
Ed è proprio la fruizione delle partite in diretta streaming il vero scoglio per gli utenti italiani. In un Paese in cui la qualità della connessione internet lascia a desiderare 9 utenti su 10 vorrebbero poter seguire le partite anche attraverso altri canali di trasmissione, che siano il satellite o il digitale terrestre. Una volontà espressa anche da chi di problemi con DAZN non ne ha ancora avuti. A tal proposito la maggioranza degli intervistati (l’82%) pensa che le istituzioni dovrebbero fare di più per tutelare gli abbonati a DAZN e garantire loro la possibilità di vedere adeguatamente il campionato di Serie A.
La beffa dello stop ai due dispositivi
A un malcontento generalizzato nei confronti della qualità del servizio, si aggiunge ora l’intenzione da parte di DAZN di modificare il contratto, impedendo l’utilizzo in contemporanea di un secondo dispositivo che non si trovi nel proprio nucleo familiare. Si tratta di una modifica unilaterale del contratto la cui legittimità è ancora tutta da verificare, ma tutt’altro che trasparente e corretta nei confronti di chi si è abbonato questa estate, quando questa possibilità è stata usata dall’operatore anche in campagne pubblicitarie.
Gli abbonati che, come abbiamo visto già fanno i conti con una qualità di visione non soddisfacente, si troveranno a pagare la stessa quota mensile per un servizio ora privo di un’importante opzione contrattuale. Per questo riteniamo che gli abbonati DAZN abbiano diritto a pagare una quota mensile più bassa fino al termine della stagione.
“Ben l’88% degli abbonati DAZN intervistati si dice convinto che i consumatori dovrebbero poter vedere la Serie A non solo in streaming ma anche con satellite o digitale terrestre. L’orientamento è nettissimo anche tra chi non ha avuto problemi tecnici con la piattaforma DAZN (89%), segno che è una richiesta trasversale tra gli abbonati. Oltre 8 su 10, inoltre, chiedono alle istituzioni di intervenire concretamente a loro tutela”, osserva Lorenzo Pregliasco di YouTrend, che prosegue “L’idea di svolgere questa rilevazione in collaborazione con Altroconsumo nasce dalla volontà di capire se le lamentele degli ultimi mesi sul servizio di DAZN fossero solo ‘rumore di fondo’ sui social media o se ci fosse invece un effettivo e diffuso malcontento tra gli abbonati. I dati ci permettono di dire che l’insoddisfazione è reale, e che riguarda anche le modalità di assegnazione dei diritti televisivi del calcio, visto che quasi 9 utenti su 10 vorrebbero poter vedere la Serie A anche su altri sistemi di trasmissione come satellite o digitale terrestre“.
“Ormai è chiaro: la questione DAZN necessita di una riflessione molto più ampia e non riguarda solo il comportamento di una singola azienda, che pure noi per primi chiediamo con forza sia corretto e rispettoso degli impegni presi con tifosi e abbonati. La ricerca che abbiamo voluto condurre insieme a YouTrend ci mostra alcuni problemi dell’oggi, ma ancor più solleva importanti temi per il futuro di questo mercato molto remunerativo, in cui sono sempre di più gli utenti a fare le spese, e delle sue regole del ‘gioco’. Ecco perché va avviata subito una riflessione che chiami in causa gli attori che hanno concorso a vario titolo e in varie fasi a determinare la situazione a cui siamo giunti.” Ha dichiarato Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo. “Pensiamo in primis alla Lega Calcio, responsabile delle modalità operative con cui si è svolta l’assegnazione dei diritti e che oggi si sta disinteressando dei disservizi e dei possibili danni ai consumatori (come, ad esempio, l’ultima ipotesi di blocco all’utilizzo di più device) non prendendo una netta posizione e non vigilando adeguatamente sull’erogazione del servizio”.
Continua Cavallo: “In secondo luogo, il Legislatore nazionale: la legge Melandri era nata nel 2008 con tutt’altro intento, ovvero garantire proprio la libera concorrenza del mercato. La situazione attuale è senza dubbio molto distante da quei propositi. All’epoca nessuno avrebbe mai preso in considerazione lo streaming come strumento di trasmissione e, nonostante gli sforzi in corso, il nostro è ancora un Paese con importanti lacune concorrenziali e profonde diseguaglianze digitali che andrebbero colmate e non accentuate. È giunto perciò il momento di rivedere il quadro normativo per promuovere la tutela del consumatore finale, anche rafforzando i poteri delle autorità e in particolare dell’Agcom. In generale, serve porre nuove e migliori condizioni per favorire la fruizione di qualità dei contenuti sportivi. Se ciò non avverrà, Altroconsumo ha allo studio nuove iniziative che non tarderà a mettere in campo a tutela dei consumatori.”
Fonte: www.altroconsumo.it