Da un articolo di Edoardo Segantini su il CorrierEconomia del 11/02/2013:
Maxi rete o maxi favola? Il dubbio, lanciato da siti specializzati come Ars Technica e TechCrunch, riguarda l’iniziativa della Fcc americana per dare «Wi-Fi gratis a tutti». Di questi tempi grami, la notizia anticipata dal Washington Post ha comprensibilmente entusiasmato. Ma le cose si sono rivelate un po’ più complicate.
È almeno dal 2008 che si parla di Wi-fi come servizio universale negli Stati Uniti, un Paese che ha seri problemi di digital divide nelle aree rurali. E non è la prima volta che al centro del dibattito si collocano le proposte della Federal Communications Commission, in versione sia repubblicana che democratica. Già nello scorso settembre, l’autorità presieduta da Julius Genachowski aveva avviato consultazioni per spostare nuove frequenze dalle televisioni a Internet (come si sta facendo in tutto il mondo). Ciò che ha generato maggiori perplessità è la prima dichiarazione di Genachowski al quotidiano americano quando dice: «Liberare spettro senza licenza è un approccio di liberomercato che permetterà agli innovatori di sviluppare le tecnologie del futuro a vantaggio dei consumatori». Ad esempio la telemedicina e la scuola a distanza.
Non è però stato chiarito in che modo lo spettro radio verrebbe liberato: se, com’è stato ipotizzato, comprandolo dalle televisioni o utilizzando per il progetto di Wi-fi nazionale solo la parte inutilizzata dell’etere. «In realtà—dice Antonio Sassano, autore del catasto italiano delle frequenze—il progetto Fcc è collegato all’asta pubblica prevista per il 2014, da cui Washington conta di incassare 30 miliardi di dollari. Una gara in cui l’autorità federale con una mano comprerà frequenze dalle tv e con l’altra le rivenderà agli operatori mobili a un prezzo più alto. Da questa riorganizzazione dell’etere si conta di ricavare spazi per la rete Wi-fi pubblica».
Un disegno intelligente e spinto da un senso di futuro che in Italia manca, che richiederà tempo e dove di gratuito per gli utenti ci sarà ben poco, visto che allo stato andrà una parte del prezzo pagato per gli apparati privati Wi-fi. Lo confermano le ultime dichiarazioni del presidente della Fcc in risposta alle critiche al progetto, molte delle quali gli sono arrivate da parte degli operatori mobili. Questi ultimi temono infatti di essere «espropriati» del loro business e di subire interferenze ai propri network telefonici da parte di una nuova, per ora ipotetica, rete pubblica. «L’iniziativa della Fcc—dice Genachowski—libererebbe un’importante porzione di spettro coperto da licenza per il 4G LTE . E renderebbe disponibile spettro non coperto da licenza per il Wi-fi di prossima generazione». Ma, al di là dei tecnicismi, quel che è sicuro è che il Wi-fi non sarà gratis e non sarà per tutti.