Da un articolo di Antonella Napolitano su l’Unità del 06/02/2012:
Affrontare la crisi con l’innovazione e la Rete:con un simile punto di partenza, le consolidate democrazie occidentali sembrerebbero le più probabili candidate. L’esempio virtuoso, invece, arriva dal mar Baltico,e in particolare dall’Estonia, che negli ultimi anni si è guadagnata la fama di Stato all’avanguardia. La piccola Repubblica ha ottenuto l’indipendenza solo da un paio di decenni, nel 1991, e forse – come molti ventenni – è proprio la giovane età a rendere naturale l’uso della tecnologia per costruire uno Stato e un nuovo sistema quasi da zero, un esempio davvero raro. E non è una coincidenza se lo scorso ottobre la Repubblica baltica ha ricevuto le positive attenzioni di BBC News e Der Spiegel, oltre che le lodi di Alec Ross, il collaboratore di Hillary Clinton che si occupa di innovazione e digitale al dipartimento di Stato americano.
Ma cosa rende l’Estonia un caso da analizzare? Innanzitutto, lo snellimento burocratico, unito a un uso mirato della tecnologia per i servizi di base: ogni cittadino ha infatti una carta d’identità che dà anche la possibilità di utilizzare la firma elettronica con valore legale. Il governo estone ha poi snellito enormemente l’erogazione di servizi grazie a delle applicazioni online. E, in continuità con i servizi al cittadino, questo approccio viene adottato anche per favorire la possibilità di fare impresa. Una società può essere aperta in mezza giornata, ad esempio, grazie a un processo molto più semplice e che sfugge alla regola base della burocrazia: nessun passaggio da un ufficio all’altro, tutto può essere svolto online. La peculiarità di questo contesto è stata sintetizzata di recente da Sten Tankivi di Skype: in un’intervista a BBC News, Tankivi ha commentato che «si può pensare all’Estonia come una specie di startup essa stessa, per questo il clima è così favorevole a chi vuole fare impresa». E sa bene di cosa parla: forse, infatti, non tutti sanno che Skype è nata proprio in Estonia, nel 2003. Acquisita da Microsoft lo scorso anno, mantiene però la metà dei dipendenti in patria, così come la maggior parte del team di sviluppo.
Ma quanto è effettivamente solida l’economia estone? Dopo la crescita e il boom edilizio, negli ultimi anni anche l’Estonia è passata attraverso la crisi. Ma, sebbene siano state adottate misure severe su spesa pubblica e pensioni, le tasse sono rimaste basse e gli imprenditori hanno avuto campo favorevole per creare e investire. Nel 2010 le esportazioni sono cresciute del 53%, la maggior parte delle quali verso i Paesi dell’Unione Europea, di cui l’Estonia fa parte dal 2004( l’euro è stato adottato nel gennaio 2011). Una rivoluzione alla portata di tutti? Beh, sicuramente di molti: la penetrazione di Internet nella Repubblica baltica è parial75%,ben al di sopra di quella italiana. Insomma, ventuno anni dopo la fine dell’occupazione sovietica, l’Estonia guarda decisamente a ovest. Certo, stiamo parlando di un paese con un milione e mezzo di abitanti, ma forse l’attenzione dovrebbe essere reciproca, per trarre qualche lezione interessante. Che dover necessariamente ricominciare da zero, alla fine, sia un vantaggio?