Il gruppo Discovery è in gara per l’acquisto di La7. C’è chi dice che sia interessato solo al tasto 7 del telecomando, più che a Mentana&co., c’è chi invece scommette sulla voglia degli americani di rilanciare il canale ora in mano a Telecom Italia. Di certo è che il polo televisivo controllato da Dni Europe Holdings ltd ci ha preso gusto a fare affari sulla Penisola.
Proprio dal 2011 la società Discovery Italia è diventata editore di tv a tutti gli effetti (Discovery communications Europe ltd, nel maggio 2011, le ha conferito il ramo di azienda Real Time ed è stata avviata l’attività di vendita di spazi pubblicitari e il lancio di World), e non solo una filiale che prestava servizi a gruppi con sede a Londra o in Irlanda, come per esempio fanno le consociate italiane di Google o Microsoft.
Nel 2011 Discovery Italia ha fatturato 46,3 milioni di euro, di cui 32,3 mln da raccolta di pubblicità (nel 2011 era a cura della concessionaria Pk, dal 2012 è raccolta internamente dalla neonata Discovery Media), 6,8 mln da ricavi tv per attività di editore e 7,1 mln per prestazioni di servizio a società del gruppo Discovery a livello europeo. La sede milanese, infatti, da un paio di anni è creative hub per le operazioni Discovery in Italia, Francia, Spagna e Portogallo, sulle quali sovraintende Marinella Soldi, amministratore delegato di Discovery Italia.
Nomen omen, la dottoressa Soldi di euro ne ha portati parecchi nelle casse della tv e ancora di più ne assicurerà a fine 2012 per la crescita della raccolta pubblicitaria sul 2011, sia grazie al nuovo canale Dmax (lanciato nel novembre 2011) sia grazie all’incremento complessivo degli ascolti dei canali Discovery sia per la internalizzazione delle funzioni di vendita della pubblicità, che porteranno buone sinergie e ottimizzazioni. Tanto per dire, nel 2011 le commissioni di intermediazione riconosciute alle concessionarie di pubblicità esterne (ovvero Pk) erano state pari a 5,4 milioni di euro.
Al momento Discovery sulla Penisola significa il canale Real Time, in chiaro sul digitale terrestre e presente pure su Sky in Hd, poi il maschile Dmax, prodotto free sul dtt e trasmesso anche nel bouquet Sky, poi quattro canali ad hoc per la pay tv di Murdoch (Discovery channel, Science, Travel & living e Animal Planet) e uno per Mediaset Premium (Discovery World). Un portafoglio ricco che, grazie al cambio di modello di business, ha visto il fatturato Discovery Italia decollare dai 6,5 mln del 2009 ai 9,8 mln del 2010 e i 46,3 mln del 2011. Lo scorso anno gli utili sono cresciuti a 1,6 milioni di euro, con una struttura debitoria pari a 16,9 mln, a fronte di crediti per 13,4 mn e un patrimonio netto di 8,4 milioni.
Fiore all’occhiello dell’offerta Discovery è Real Time, che già nel 2010 valeva 16 milioni di euro di raccolta, e che ha consolidato gli ascolti ben oltre l’1% di share complessivo. Proprio su questo canale, spiegano da Discovery, aumenteranno gli investimenti in contenuti locali, in programmi italiani. Il tutto avrà certamente impatti sulla struttura del personale, destinata a crescere rispetto ai sette dirigenti, 13 quadri e 28 impiegati di fine 2011.
Fonte: ItaliaOggi