In attesa delle linee guida sulle gare dei diritti tv della Serie A 2018-2021, che daranno un’idea dei pacchetti in vendita, da ieri si ha la certezza che Telecom Italia parteciperà all’asta.
Nel corso dell’audizione al Senato l’ad Flavio Cattaneo ha dichiarato infatti che TIM «parteciperà all’asta sui diritti sportivi›› della Serie A per la sua piattaforma online TIMVision. Ma Telecom potrebbe però spingersi ancora più in là, ma a detta dell’ad «senza fare pazzie», concorrendo non solo per i diritti su internet delle partite del massimo campionato di calcio ma anche per quelli del digitale terrestre.
L’offerta sui diritti del digitale terrestre, che potrebbe costare alla società tlc tra i 200 e i 300 milioni di euro, sarà forse lanciata insieme a un operatore tv come Mediaset, che fatica non poco con il caso Vivendi e Premium. Fonti interne a Telecom dicono che il ventaglio delle possibilità sarebbe ampio. Si ipotizza anche Discovery come partner attraverso Eurosport. Vivendi (azionista di Telecom col 24,19%, come di Mediaset col 29,9%) punterebbe a trasformare la partita dei diritti del calcio in un calumet della pace. L’obietittivo è quello di convicere per Pier Silvio Berlusconi a sotterrare l’ascia di guerra e dichiarare chiuse le ostilità in tribunale in cambio di un generoso aiuto con i diritti tv della Serie A.
Entro il 21 aprile poi l’Agcom scioglierà (forse) tutti i dubbi sull’incompatibilità del ruolo di Vivendi in Telecom e all’interno di Mediaset. Di certo non aiuta quanto ha sostenuto il collegio sindacale di TIM secondo cui, seppure ai soli fini della disciplina delle operazioni con parti correlate, ci sia una posizione di controllo dei francesi. Mentre il board ha preso le distanze smentendo i riscontri di carattere normativo e affermando che il socio francese non può agire unilateralmente. Toccherà quindi alla Consob sciogliere i dubbi visto che gli organi societari non sono d’accordo sul punto che, nella pratica, significa dover sottoporre o meno a procedura particolare tutte le operazioni con Vivendi e collegate. Per questo motivo si c’è la volontà di entrare nell’asta per i diritti tv del calcio.
Intanto ieri nell’audizione al consiglio Agcom del presidente Mediaset Fedele Confalonieri il Biscione ha ufficialmente chiesto all’Authority che siano applicate le disposizioni del Tusmar (Testo unico sui servizi media audiovisivi e radiofonici) che impediscono di aggregare Telecom, che ha una quota superiore al 40% nel mercato di riferimento, con Mediaset che ha oltre il 10% dei ricavi nel sistema integrato delle comunicazioni. L’obiettivo in pratica è quello di ottenere la sterilizzazione dei diritti di voto della quota di Vivendi per tutta la parte superiore al 10%. Nel frattempo si attende il rinnovo del cda di TIM e del suo presidente.
Fonti: La Stampa | Il Sole 24 Ore