Alcuni club della Serie A potrebbero fare causa per le contestate misurazioni degli ascolti TV di DAZN. Intanto spunta la clausola da 150 milioni di bonus legata al numero di abbonati di DAZN e TIMVision.
In Lega Serie A le tensioni sono all’ordine del giorno. Perché il cambio di paradigma con l’arrivo di DAZN – 840 milioni all’anno per il periodo 2021-2024, 340 milioni dei quali garantiti da TIMVision, per le 10 partite di ogni singola giornata del campionato – ha sollevato, soprattutto di recente, perplessità tra alcuni dei 20 presidenti di club.
Il problema è quello evidenziato lo scorso 7 settembre da MF-Milano Finanza, relativo alla redistribuzione degli introiti derivanti dalla vendita dei diritti tv: l’8% dell’ammontare totale, quindi circa 90-100 milioni, va suddiviso tra le società di calcio in base agli ascolti televisivi che devono essere forniti da un soggetto certificato, quindi Auditel.
Mentre l’Ott ha deciso di fare riferimento al partner Nielsen. Così, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, ci sono alcuni club di A (i più agguerriti anti-DAZN sono Genoa, Sampdoria e Sassuolo ma anche altri iniziano a dubitare della validità dell’opzione) che sono pronti ad aprire un contenzioso con la stessa Confindustria del pallone gestita dal presidente Paolo Dal Pino e dall’ad Luigi De Siervo. Un rischio che in alcuni ambienti sportivi viene definito “concreto” perché la Legge Melandri, recependo il decreto dell’ex ministro dello Sport Luca Lotti, parla chiaro: i dati devono essere certificati, quindi di fatto solo da Auditel.
Il tema che è finito al centro del dibattito politico – la commissione Cultura del Parlamento ha approvato una risoluzione sul tema, Agcom ha aperto un’istruttoria sul caso DAZN e gli investitori pubblicitari riuniti in Upa hanno fatto richieste precise sul tema degli ascolti e del ritorno in termini di advertising – ora può diventare oggetto di scontro alla prossima assemblea di Lega in calendario per martedì 19 ottobre. Anche perché uno dei temi da affrontare è proprio quello relativo alla piattaforma streaming che è stata convocata per fare luce sulla certificazione degli ascolti. DAZN fornirà tutte le spiegazioni del caso ai presidenti di club visto che comunica i dati Nielsen ogni settimana.
Ma l’Ott vista anche la levata di scudi della politica, delle associazioni dei consumatori e dell’authority di garanzia del mercato è pronta a dialogare con Auditel, con Upa e la stessa Agcom. C’è consapevolezza, insomma, che la metodologia di rilevazione possa essere perfezionata. Anche se resta sempre uno scoglio non facilmente superabile: i dati d’ascolto che devono essere presi a riferimento sono solo quelli Auditel che da oltre due anni rileva la total audience (smartphone, pc, device e smart tv). Per tale ragione è ipotizzabile che la stessa Confindustria del pallone, che ha già scritto formalmente a DAZN, possa chiamare in causa enti terzi certificatori che valutino e confronti i dati d’ascolto. Così si potrà aprire un tavolo di confronto con l’ente di rilevazione presieduto da Andrea Imperiali.
Nel frattempo si è aperto un altro fronte: quello della clausola di earn out prevista nel contratto stipulato con DAZN relativa a un bonus aggiuntivo fino a 150 milioni legato al numero di abbonati che l’Ott e TIMVision riusciranno a ottenere nella prima stagione, la 2021-2022, dell’accordo triennale. La piattaforma streaming solo a settembre ha comunicato alla Lega, in particolare all’ad De Siervo, il numero di abbonati: un dato sensibile che potrà essere reso noto, ma solo a tempo debito e con le dovute cautele, ai presidenti di club. Numeri che sono ritenuti sensibili e strettamente confidenziali, perché collegati al modello di business, da DAZN che teme una diffusione senza controllo anche ai competitor. Il fatto è che, secondo indiscrezioni, la soglia di sottoscrittori prevista dal contratto (alcuni milioni di clienti) per l’extra bonus da 150 milioni (opzione indicata anche nei precedenti accordi triennali) non sarebbe stata raggiunta e difficilmente lo sarà nel breve periodo. DAZN è accreditata di un dato complessivo inferiore al milione di abbonati mentre TIMVision, come riferito nelle scorse settimane da Repubblica, avrebbe registrato solo 500mila nuovi abbonati all’offerta calcio. A due mesi dall’inizio del campionato appare difficile incrementare sensibilmente il parco abbonati.
Fonte: MF-DJ