Proseguono ad oltranza le trattative private fra Lega Calcio e Sky, DAZN e Mediaset per l’assegnazione dei diritti TV della Serie A. C’è tempo sino al 23 ottobre, poi via libera al progetto canale TV della Lega Calcio.
Lega Serie A e operatori TV e OTT, dopo il nulla di fatto nelle consultazioni di ieri, hanno concordato una proroga della validità delle offerte dal 15 al 23 ottobre prossimo. In questi ultimi giorni i rappresentati di Serie A e dei broadcaster cercheranno ancora di trovare un accordo sulle cifre per l’acquisto delle immagini dei match (si parla di circa 30 milioni di euro mancanti), e di evitare l’avvio del progetto del canale TV della Lega Calcio.
Se le contrattazioni si concluderanno con l’ennesimo flop, si attiverà il piano B della Lega Serie A previsto nel bando di gara: il lancio della piattaforma TV proprietaria del campionato italiano. Per avviare questo ambizioso progetto serviranno i soldi di banche e fondi di investimento. Le offerte per questo secondo step del bando per i diritti TV, già presentate all’advisor Lazard, sono sei. Secondo indiscrezioni raccolte dal Il Sole 24 Ore, in gara ci sarebbero alcuni grandi fondi di debito come Carlyle Private Credit, che ha finanziato la cordata statunitense che ha acquistato l’Atalanta, e alcune grandi banche, come Goldman Sachs, Barclays e Citi group. Un’altra proposta non vincolante è giunta nei giorni scorsi dal fondo USA Oaktree.
L’offerta da parte di Oaktree sarebbe fuori dal bando di gara e quindi la Serie A non dovrebbe prenderla in considerazione. Il progetto del fondo americano è comunque diverso da quello studiato dai club per la costituzione di una piattaforma TV con le risorse esterne. Il piano prevede la trasformazione della Lega Serie A in una data-driven company grazie alla creazione di un database capace di profilare i tifosi italiani, analizzandone abitudini di consumo, e personalizzandone l’esperienza per generare un valore crescente nel tempo.
Oaktree offre ai club un minimo garantito di 950 milioni all’anno per quindici anni con un modello di lenta decrescita del garantito a fronte di una crescita dei ricavi, stimati per 1,2 miliardi all’anno già dopo il quinto anno. Inoltre non è prevista alcuna cessione di equity da parte dei club e la raccolta pubblicitaria (circa 70 milioni annui) rimarrebbe a disposizione totale della Lega Serie A.
Fonte: Il Sole 24 Ore