La Rai rischia di non mandare in onda le immagini delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 (dal prossimo 8 febbraio). Si è arenata la trattativa con Discovery sui diritti TV di questi e dei prossimi Giochi Olimpici estivi di Parigi 2024. Le parti sono ancora distanti sul prezzo.
Niente Olimpiadi invernali di Pechino 2022 per la Rai? È un’ipotesi plausibile, ora che le trattative con Discovery, il broadcasting internazionale che detiene i diritti tv dell’evento per l’ Europa, sono in una fase critica. Il cda Rai ha formulato la scorsa settimana la sua proposta per 72 milioni, ma la richiesta del gruppo americano rimane a 80 milioni.
Fra due giorni ci sarà un nuovo passaggio in cda Rai, dove potrebbe essere esaminato un compromesso a 75 milioni. Il servizio pubblico raido tv ritiene che le Olimpiadi invernali di Pechino siano penalizzate dal fuso orario con la Cina e quindi portino entrate pubblicitarie ridotte. Discovery gioca sul fatto che fra due anni, la Rai dovrà ripresentarsi per i diritti TV delle Olimpiadi estive di Parigi 2024 molto più redditizie per la raccolta degli spot. Discovery inoltre in caso di rottura potrà trasmettere le gare sul canale NOVE in chiaro.
Storicamente le trattative fra Rai e Discovery non sono state mai facili. Nel 2017 l’acquisto dei diritti per le Olimpiadi invernali in Corea ed estive a Tokyo si risolse dopo una lunga contrattazione con la rinuncia da parte della Rai dei diritti in streaming per la piattaforma RaiPaly dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. La scelta della Rai le fece risparmiare 23 milioni ma suscitò molte le proteste da parte degli abbonati.
Oggi Discovery offre un pacchetto unico TV e streaming, a un prezzo ritenuto consono per rientrare dell’imponente investimento fatto nel 2015 sui diritti TV per i Giochi Olimpici. La Rai invece ritiene di aver offerto già il massimo per l’evento, anche perché l’Olimpiade rientra nella lista di eventi di particolare rilevanza per la società stilata dall’Agcom, che vieta alle pay-tv di trasmettere i Giochi in esclusiva e solo in forma codificata, al fine di assicurare ad almeno l’80% degli italiani la possibilità di seguirli su un palinsesto gratuito senza costi supplementari.
Fonte: La Repubblica