Ieri nella sede della Lega Calcio in via Rosselli a Milano sono state aperte le buste per le offerte dei diritti in chiaro del campionato di Serie A. E come previsto la Rai ha offerto meno della metà di quanto versa oggi, cioè 10 milioni di euro a stagione. I presidenti dei club di A hanno definito ridicola l’offerta della tv pubblica per i diritti per il triennio 2012-2015 (la base d’asta era di 25 milioni a stagione). E in base al Piano industriale di risparmio e tagli avviato dal Cda, l’azienda di viale Mazzini dovrà probabilmente rinunciare alle licenze che le consentono di trasmettere 90˚ Minuto, Stadio Sprint, Sabato Sprint. Ma cercherà almeno di salvare La Domenica Sportiva e i diritti radiofonici per Tutto il calcio minuto per minuto.
Mediaset invece non ha presentato offerte per i diritti in chiaro della Serie A, per favorire il più possibile l’offerta pay di Premium. E punta tutto sulla Coppa Italia, che in base ai report del responsabile diritti Giovetti è prodotto di alta qualità dai grandi ascolti, con undici partite in diretta singola in esclusiva. La Lega aprirà l’asta dopo le semifinali andata e ritorno tra Milan e Juve, e chiederà ben più dei 12 milioni attuali a stagione, e anche in questo caso la Rai rischia di perdere il confronto.
Così ieri a mezzogiorno davanti al notaio Calafiori sono state aperte le buste della Rai (pacchetto 6 per i diritti tv in chiaro – pacchetto 7 per quelli radiofonici) dal presidente di Lega Beretta col segretario Brunelli e l’avvocato Ghirardi, il presidente di Infront Italia Bogarelli e l’avvocato Morelli. Meno della metà di oggi è ritenuta dai presidenti quasi un’offesa, per cui è stato deciso di indire subito un’assemblea per venerdì prossimo nella quale si stabilirà di indire una nuova asta con i diritti spacchettati, cioè per fascia oraria. In Lega sono state aperte anche le buste per il pacchetto 4, quello da più di 70 milioni a stagione per i diritti a pagamento delle squadre di Serie A sul digitale terrestre non comprese nel bouquet di Mediaset Premium. E sono state ritenute ancora una volta insoddisfacenti le offerte di Europa 7 e Pangea.
La Rai aveva fatto sapere nel corso della trattativa privata che per il contenimento dei costi attuato dal dg Lorenza Lei non poteva più mettere a budget 25 milioni per diritti impoveriti dallo «spezzatino » delle partite. Ma Infront aveva avvertito che per meno di 22-23 milioni non saranno venduti e che se su un budget di 3 miliardi la Rai non trovava 23 milioni per i 18 milioni di famiglie che non hanno accesso alla pay-tv, perdippiù aumentando il canone, non si capiva più il senso del servizio pubblico. Adesso sicuramente la Rai tornerà a trattare anche perché perdere totalmente il calcio in chiaro su video e radio sarebbe uno smacco.
Intanto da ieri sera è giunta una novità nel mercato tv del pallone: Cielo, il canale del digitale terrestre di Sky, ha deciso di concorrere ai prossimi bando (dei diritti spacchettati in chiaro e della Coppa Italia) per alimentare una sinergia tra Sky a pagamento e Sky gratuita, offrendo un prodotto di qualità per spingere chi non acquista l’abbonamenti pay a farlo.
Fonti: La Gazzetta dello Sport | La Repubblica
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