Dopo gli accesi scontri tra le ricche società di calcio e quelle minori per la spartizione dei ricavi dei diritti tv, in questo settembre caldo è già partita la corsa della Lega Serie A per la vendita alle televisioni delle licenze di trasmissione delle partite dei campionati 2012/2015.
E’ infatti attesa tra pochi giorni la pubblicazione del bando di gara per i diritti audiovisivi del prossimo triennio calcistico di Serie A. E già da giovedì scorso, durante l’assemblea straodinaria di Lega, sono scoppiate le polemiche tra i presidenti dei club (dal presidente del Napoli De Laurentiis in particolare) e l’advisor Infront, società incaricata della vendita, che avrebbe proprosto ai club un introito minimo di 2,8 miliardi di euro per tre stagioni. Le società di Serie A però vorrebbero ricavare dal mega contratto almeno tre miliardi complessivi. Un obiettivo forse impossibile se si analizza lo stato di crisi economica del calcio italiano.
Come riporta il quotidiano online repubblica.it, attualmente Sky Italia (come monopolista del satellitare) paga 580 milioni a stagione, da Mediaset (come quasi monopolista del digitale terrestre) invece arrivano 225 milioni (per i diritti delle partite di 10 squadre di A), la Rai infine versa 25,3 milioni per gli highlights in chiaro e 1,3 per i diritti radiofonici. Dai diritti tv esteri la Lega incassa 91 milioni tramite Mp&Silva, più o meno come la Spagna (85 milioni), più della Francia (40 mln) e della Germania (55 mln), ma molto meno della Premium League inglese che incassa ben 35o milioni. I club della Serie A inoltre incassano ogni anno i diritti della Coppa Italia, poco più di 11 milioni di euro. Mancano all’appello, forse per colpa delle stesse società di calcio, gli introiti della defunta pay-tv Dahlia, quantificati in 30,5 milioni di euro.
La penuria di concorrenza del mercato televisivo, gli scandali scommesse e gli scioperi, e la crisi di introiti da altri asset del mondo calcistico (dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti, al merchandising e agli sponsor) potrebbero indurre i due grandi colossi della pay-tv (Sky e Mediaset) ad offrire meno soldi per i diritti televisivi delle prossime stagioni. Secondo La Repubblica le aziende tv di Murdoch e Berlusconi potrebbero fare il classico cartello di mercato (un duopolio collusivo), spingendo al ribasso i prezzi dei diritti audiovisivi.