Già da qualche giorno la Premier League ha avvisato i tifosi del campionato di calcio inglese: non si potranno più filmare e caricare video di gol e azioni con smartphone o tablet durante le partite per poi postarli in tempo reale sui social network. Una pratica diffusissima dai tifosi paganti durante i Mondiali Brasiliani.
Tra i primi club della lega inglese, il Manchester United ha deciso di vietare ai propri tifosi l’uso di tablet e grossi dispositivi elettronici all’interno dell’Old Trafford, per limitare appunto la diffusione di filmati e video “pirata”.
Lo strettissimo divieto di pubblicazione dei contenuti protetti da copyright sul web è nato da una legge sulle norme di sicurezza che regolano anche la privacy negli scali aeroportuali britannici: «In linea con le ultime direttive rivolte agli aeroporti inglesi, il massimo consentito è di 150×100 mm: ipad, tablet, grandi borse, telecamere e liquidi ad eccezione di bottiglie d’acqua piccole e senza tappo saranno proibiti». Le reali motivazioni sono invece relative alla quasi assurda (per questi tempi) necessità di limitare le riprese “pirata” dei tifosi che, tablet alla mano, condividono in un attimo lke proprie opere amatoriali sui vari social network e suiportali video.
Il direttore della comunicazione della Premier League, Dan Johnson, intervistato dalla BBC, ha spiegato che la Premier sta lavorando, in collaborazione con alcuni social network come Twitter, per sviluppare degli specifici motori di ricerca per individuare gli utenti che inseriscono su tweet e pagine web gol ed azioni di gioco in modo da ridurre questo tipo di fenomeno.
«Questo tipo di scelte costituisce un violazione dei diritti detenuti dalla Premier e vogliamo scoraggiare i fans dal portare avanti questo tipo di azioni» ha sottolineato Johnson. Con ogni probabilità, almeno inizialmente dovrebbe apparire un tweet o un messaggio di risposta che avverte l’utente di aver violato il copyright. Successivamente potrebbe eventualmente partire l’azione legale.
Il punto interessante di questo tipo di decisione consiste nel capovolgimento del rapporto tra il proprietario dei contenuti e il mondo dei social network. Se prima i social venivano sfruttati per amplificare i contenuti al di là dei confini costituiti dagli utenti a pagamento, ora si decide di chiudere il recinto. L’ennesima battaglia in nome del dio copyright che potrebbe miseramente fallire, come già accaduto nel 2010 quando negli USA i New York Yankees vietarono questi strumenti, salvo cambiare idea due anni più tardi.
Fonti: Corriere della Sera | it.eurosport.yahoo.com | bbc.co.uk | gazzetta.it | sport.sky.it