Il mercato del pallone, quello degli affari dei club e delle nazionali, non è una novità, muove tanti tanti soldoni. Quello italiano, non più ricco come un tempo, ma sempre molto ambito per il giro di denaro intorno ai soliti diritti tv, ora si tinge di giallo e si prepara all’ennesima rivoluzione.
Nella stagione 2012-2013, l’incasso complessivo per la Lega A è stato di 966 milioni di euro, ma solo 120 sono arrivati dall’estero. Il tutto è gestito dall’advisor Infront di Riccardo Silva, il nipote del presidente della Fifa, Blatter, e il cui uomo forte in Italia è un volto noto nel settore, Marco Bogarelli, ex socio di Silva. Poche settimane fa, in pieno luglio, la Lega Calcio ha riunito senza preavviso la commissione tv per ascoltare l’allarme di Bogarelli anche sul mercato interno a causa di fantomatici accordi Sky-Mediaset.
Nel frattempo sono stati svelati i conti della società (irlandese) Mp&Silva (che gestisce i diritti esteri della Serie A) dalla nebbia dei paradisi fiscali, e si è aperto il vaso di Pandora: la Media Partners and Silva Limited ha chiuso la passata stagione (giugno 2012) con oltre 213 milioni di euro da «vendite dei diritti tv di serie A e B». Stando dunque al bilancio Silva si è staccato un maxi dividendo da 67 milioni, più alto di quello di Berlusconi. Soprattutto, visto che secondo gli esperti i diritti all’estero della B sono molto al di sotto dei 10 milioni, ciò che colpisce è la distanza con quanto incassa la Lega (nel 2011-2012, dunque nel periodo corrispondente, era stato 90 milioni).
Ieri però è stato lo stesso Silva ad allargare i contorni del giallo dichiarando che quei 213 milioni sono da considerarsi come gli introiti non solo nella Lega italiana, ma di molte altre attività tra cui «il campionato di calcio francese per tutti i Paesi del mondo, la Premier League inglese e la tedesca Bundesliga per 60 Paesi e diversi tornei di tennis tra cui il Roland Garros». Dalla serie A verrebbero solo «100 milioni».
In soldoni ha contraddetto quanto scritto nero su bianco sul bilancio della società messa in Irlanda per evidenti questioni fiscali. In ogni caso l’imprenditore 41enne, ex manager di Milan Channel e peraltro legato per parte di madre alla famiglia che possedeva la Fabbri Editori, è evidentemente molto efficace nella vendita ma i guadagni che sgocciolano nella cassa della Lega appaiono ridotti. Il che sarebbe solo uno smacco per l’orgoglio dei tifosi italiani se non fosse che sui bilanci delle società di calcio gli introiti da diritti «audiovisivi » pesano, in media, per il 65%.
La risposta dei team italiani non si è fatta attendere. Oggi infatti alcuni club di Serie A (Juventus, Inter, Fiorentina, Roma, Sassuolo, Verona e Sampdoria), in una lettera inviata alla Lega hanno richiesto un’approfondita indagine di mercato, la possibilità di affiancare all’advisor ”Infront” un altro consulente scelto dai club e, in sostanza, una revisione dei proventi per i diritti televisivi sul calcio per il prossimo triennio, quello che parte nel 2015.
In sostanza i club in questione chiedono che Sky e Mediaset, le due emittenti titolari dei principali diritti tv del campionato, vengano invitati a illustrare alle società la loro visione del futuro e le loro esigenze per un possibile miglioramento del servizio e del valore della Serie A. Secondo quanto si apprende, le società esortano anche approfondimenti su quanto è successo in altri paesi, dove si sono registrati incrementi dei ricavi da diritti tv, e approfondimenti sul progetto di realizzazione di un eventuale canale della Lega di serie A.
«Le proposte contenute nella lettera delle sette società mi sembrano costruttive e condivisibili», ha dichiarato all’Ansa Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A. «Su alcune di queste proposte, peraltro, – aggiunge Beretta – la Lega è già al lavoro. Io personalmente sono convinto da sempre che i diritti tv rappresentino un tema cosi’ importante per la Lega di Serie A da richiedere la massima trasparenza, il massimo impegno e il massimo coinvolgimento da parte di tutti. Certamente – conclude il presidente di Lega – questi temi saranno all’attenzione della prossima assemblea in programma a settembre».
La pentola dovrebbe infatti esplodere nei prossimi giorni con la convocazione dell’assemblea della Lega sul cui ordine del giorno potrebbe tornare un vecchio adagio: la Lega ha bisogno del famoso canale tv da fare gestire guardacaso alla Infront (c’era già una postilla di esclusività nel contratto del 2009) a causa dell’inaridirsi del valore del settore. C’è solo da aspettare un anno per vedere quanto guadagnerà invece Silva per la stagione chiusa prima dell’estate.
Fonti: Corriere della Sera | Ansa