Torna (forse) la Rai in provincia di Biella. Le squadre di tecnici inviate dalla tv pubblica e dal Ministero delle Comunicazioni hanno ultimato la loro missione nel Biellese. Ora bisognerà solo aspettare la fisiologia dei tempi burocratici per riavere indietro un teleschermo perfetto.
L’obiettivo dei sopralluoghi, durati un paio di giorni, era risolvere il pasticcio scoppiato con la riassegnazione delle frequenze televisive alla fine dell’anno scorso. L’operazione ha accavallato troppi segnali in uno spazio ridotto. E per i biellesi da tempo è impossibile vedere la Rai: sul canale piemontese, il 22 UHF, il segnale del servizio pubblico è «sporcato» dalla presenza delle onde su cui viaggia Telelibertà. Così i biellesi sono costretti a utilizzare quello lombardo, il 23 UHF, dove il traffico è doppio lo stesso visto che lì si appoggia anche Telecupole.
Dura così da mesi. E nel frattempo sono fioccati esposti, denunce e ricorsi da parte di interessati e danneggiati. Ora i tecnici hanno scoperto che risolvere la questione non è poi così impossibile. Già in questi giorni le frequenze del canale 22 stanno cominciando a essere liberate. Quindi i biellesi che avevano predisposto il proprio impianto per ricevere il segnale dal ripetitore locale potranno vedere in pace la Rai e il Tgr di Raitre dalla frequenza «giusta».
Buone notizie anche per chi riceve il segnale dalla frequenza 23 UHF: in questo caso Telecupole (costretta a spegnere le trasmissioni in dicembre) ha traslocato su un’altra frequenza, in attesa della riassegnazione di un nuovo canale (forse il 42 UHF) in seguito alla recente sentenza del Tar del Lazio. In questo caso basterà risintonizzare il decoder per una visione ottimale sia della Rai (col Telegiornale Regionale della Lombardia) sia di Telecupole.
Secondo quanto riporta La Stampa di Biella, la soluzione per la tv di Cavallermaggiore è comunque provvisoria. I tecnici stanno stilando una relazione con i verbali di tutti i controlli compiuti sui ripetitori del Biellese e del resto del Piemonte. Ci vorrà tempo prima di una decisione definitiva degli uffici romani. Grazie alle pressioni e agli appelli lanciati dalla Provincia di Biella sono quindi scattati i controlli sul segnale della tv digitale terrestre che sin dal suo avvento, nel lontano 2010, ha creato innumerevoli disagi alla popolazione biellese, a causa della complessa morfologia del territorio e dei pasticci del Ministero.
Nel frattempo ognuno è corso ai ripari come ha potuto. Mai come in questi mesi i tecnici antennisti veri sono stati bersagliati di richieste e critiche, mai come ora proliferano quelli improvvisati. Multiplex e scanning sono divenute parole d’ogni giorno. C’è chi ha provveduto ad installare e a riadeguare più volte l’impianto tv. Il tutto dopo aver messo in preventivo i 113,50 euro di canone che la Rai ha chiesto nel 2013. Sia a coloro che ricevono i programmi della tv pubblica e sia a quelli che non vedono proprio nulla.
Fonte: La Stampa Biella