Manca solo il burocratico suggello della firma, ma la vertenza “Rete Kalabria” può considerarsi già chiusa nel migliore dei modi: con il ritiro di tutti i licenziamenti, la regolarizzazione di tutte le posizioni contrattuali attraverso l’applicazione, a tempo indeterminato, del contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Aeranti Corallo a tutti e cinque giornalisti (4 full-time e 1 part-time per propria scelta), la corresponsione del 60 percento delle spettanze arretrate relative alla passata gestione dell’emittente televisiva vibonese.
L’ultimo atto della vertenza, aperta il 21 ottobre scorso dall’assemblea di redazione e dal Sindacato Giornalisti della Calabria, si è consumato sabato sera, poco dopo la conclusione della manifestazione pubblica organizzata dalla Fnsi nell’Auditorium dello Spirito Santo di Vibo Valentia.
Un’iniziativa che, nonostante l’inclemenza del tempo, ha registrato la partecipazione di diverse centinaia di cittadini, ma soprattutto l’adesione bipartisan di tutte le forze politiche e sindacali, di parlamentari, sindaci, consiglieri regionali, provinciali e comunali, delle associazioni culturali e professionali, di studenti e insegnanti, tutti convinti che la vicenda di “Rete Kalabria” è assurta a “vertenza simbolo” per l’intero mondo del lavoro.
In serata, infatti, il direttore amministrativo della Prefettura di Vibo Valentia, Sergio Raimondo, ha comunicato al vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, ancora riunito con i giornalisti, l’accettazione da parte dell’editore della “Pubbliemme”, Domenico Maduli, della proposta di mediazione scaturita al termine della lunga trattativa che, venerdì scorso, su iniziativa del prefetto Giovanni Bruno, ha inchiodato le parti sociali a Palazzo del Governo dalle ore 11 alle ore 21.
Il prefetto Bruno, giornalista pubblicista e grande esperto del settore radio-televisivo (ha ricoperto importanti incarichi al Ministero delle Comunicazioni) aveva, infatti, immediatamente accolto la richiesta di intervento per la convocazione di un tavolo di confronto avanzata dal vicesegretario Fnsi, Carlo Parisi, e dal fiduciario di redazione di “Rete Kalabria”, Cristina Iannuzzi.
Sul fondamentale ruolo del tavolo prefettizio convergono, infatti, i positivi giudizi ed i ringraziamenti di entrambe le parti, espressi da Carlo Parisi e Domenico Maduli, che già, nella prima mattinata di ieri, poco prima dell’inizio della manifestazione pubblica, si erano sentiti telefonicamente, accorciando le distanze dalla conclusione di una vertenza che rappresenta una vittoria di tutti: dei giornalisti (il direttore Mimmo Famularo ed i redattori Alessio Bompasso, Loredana Colloca, Tonino Fortuna e Cristina Iannuzzi) che, finalmente, potranno tornare a lavorare con un regolare contratto di lavoro giornalistico a tempo indeterminato che li ripagherà ampiamente del taglio del 40% degli arretrati. Dei cittadini della provincia di Vibo Valentia, che potranno continuare ad avere l’informazione libera, obiettiva e professionale che unanimamente viene riconosciuta a “Rete Kalabria” grazie al lavoro dei cinque giornalisti.
Del Sindacato Giornalisti della Calabria, della Fnsi e dell’Inpgi e, di conseguenza, dell’associazione degli editori dell’emittenza radiotelevisiva locale Aeranti-Corallo (cui “Rete Kalabria” à associata), che salutano, con soddisfazione, l’incremento di contratti Fnsi-Aeranti Corallo (passati da 1 a 5). Dell’editore Domenico Maduli (coadiuvato nel Cda dai soci Maria Grazia Falduto e Francesco Brogna, assistiti dall’avv. Rosa Sabrina Caglioti) che, come più volte sottolineato nel corso della riunione prefettizia, “non ha messo mai in dubbio la qualità del lavoro dei cinque giornalisti”, ma dal 20 settembre scorso, data di acquisizione dell’azienda dopo una trattativa durata diversi mesi, si è “ritrovato a fare i conti con il massiccio indebitamento contratto dalla precedente proprietà che, senza il suo intervento, avrebbe portato alla chiusura dell’azienda”.
Con la definizione dell’accordo che salvaguarda il livello qualitativo del prodotto giornalistico, l’editore Domenico Maduli ha, inoltre, dimostrato grande capacità imprenditoriale, a testimonianza che è soprattutto in periodi di crisi che bisogna investire nella qualità e nella professionalità del prodotto. La politica dei tagli, non supportata da adeguati piani di rilancio, rappresenta, infatti, un mero prolungamento dell’agonia che precede la chiusura di un’attività. Maduli, invece, al tavolo prefettizio ha dichiarato di voler risanare e rilanciare “Rete Kalabria”, credendo pienamente nelle potenzialità dell’emittente.
Un ruolo importante nella vertenza lo ha giocato, inoltre, l’unanime appoggio alla trattativa, condotta dal sindacato dei giornalisti, di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl (al tavolo prefettizio con i rispettivi segretari provinciali, Luigi De Nardo, Sergio Pititto, Luciano Prestia, Filippo Curtosi e Francesco Ranieli, ai quali si è aggiunto all’assemblea il segretario nazionale della Cisal, Francesco Cavallaro), a dimostrazione che l’unità del fronte sindacale è fondamentale nella lotta per l’affermazione dei diritti dei lavoratori, e dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, con il presidente regionale Giuseppe Soluri, che con entusiasmo ha accettato di affiancare il sindacato ed i giornalisti al tavolo prefettizio assieme al consigliere nazionale Andrea Musmeci ed all’avv. Mariagrazia Mammì dell’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria.
Lo “scatto di dignità in difesa dell’informazione” sollecitato dal Sindacato Giornalisti della Calabria e dalla Federazione Nazionale della Stampa ha, dunque, dato i suoi frutti.
La battaglia per l’affermazione del diritto e della qualità del lavoro, della libertà di stampa e del rispetto dei principi costituzionali della nostra democrazia, non hanno colore o bandiera, come ha dimostrato la semplice scenografia volutamente allestita all’Auditorium dello Spirito Santo di Vibo Valentia, un cartello bianco con una scritta, a mano, rossa: “Uno scatto di dignità in difesa dell’informazione”.
Su un palco con cinque sedie, occupate da Carlo Parisi e dai cinque giornalisti di “Rete Kalabria”. Pochi fronzoli, nessuna scaletta, ma microfono aperto a tutti, senza distinzione alcuna. Voce, dunque, a chi ne ha fatto richiesta. La manifestazione, condotta da Mimmo Famularo, dopo l’introduzione di Carlo Parisi, ha visto susseguirsi sul palco parlamentari, amministratori locali, giornalisti, sindacalisti, rappresentanti del mondo della scuola, dell’associazionismo, delle professioni e della chiesa che, in questa vertenza, ha visto subito impegnato anche il vescovo-giornalista di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo.
Una vittoria di tutti, una vittoria per tutti. Una vertenza che deve indurre tutti seriamente a riflettere. I datori di lavoro poco illuminati, che pensano di poter gestire le aziende da padroni delle ferriere ed i lavoratori che non devono mai cadere nella trappola di quanti, sfruttando ed agitando lo spettro del bisogno, tentano di ridurli in uno stato di schiavitù.
Fonte: giornalisticalabria.it