Francesco Di Fazio, titolare dell’emittente, ha così commentato: «Oggi 8 marzo 2016, dopo 33 anni di attività, ho dovuto disattivare i miei impianti di trasmissione e scrivere la parola fine alla mia attività e di conseguenza chiudere la mia azienda. In questi ultimi anni ho lottato con tutte le mie forze per evitare quello che è successo oggi, ho sensibilizzato tutti quei soggetti politici, istituzionali e sindacali senza riuscire ad ottenere neanche il minimo risultato della comprensione del problema. Ho preso più volte atto dell’incompetenza e dell’ignoranza in materia da parte di ogni singolo politico, che si è a stento limitato a far finta di essere indignato per pochi secondi, utili a dileguarsi a ritornare a pensare ai suoi interessi. Alla luce di quanto sopra esposto oggi, a 42 anni, ho compreso ancora una volta di come “funziona” questo paese Italia e dei suoi personaggi che orbitano di cui devi scegliere se, farne parte o meglio evitarne il contagio e magari guardare altri orizzonti, oltre questa fogna chiamata Italia».
Di Fazio ricorda poi la genesi della televisione di D1 Television o meglio per chi ha memoria, Tele D: «Erano i primi giorni di marzo del 1983, avevo 9 anni quando un giorno tornando a casa trovai mio padre e i miei fratelli impegnati a collegare con diversi fili, alcuni apparati radiotelevisivi a me sconosciuti fino a quel momento. Ebbero così inizio, il 25 marzo, le prime trasmissioni di Tele D. Ricordo che aprivamo alle 13,00 con i film, dopo seguivano i cartoni animati e cosi via si replicava fino alle 2,00 quando si chiudeva mettendo il monoscopio a barre. Nel 2000 presero corpo i nuovi marchi D1 Television e D2 Channel, realizzati per l’imminente passaggio al digitale terrestre, all’epoca previsto entro il 2006, passaggio poi rinviato al 2012 con gravissime ripercussioni sugli investimenti già fatti tra il 2002 e il 2004, anno in cui il MISE obbligava ad avere almeno il 20% degli impianti già attivi in DVB-T, quale requisito indispensabile per ricevere l’abilitazione come operatore di rete DVB-T. Vennero riscritte tutte le regole del codice delle comunicazioni elettroniche, annullando di fatto tutti gli investimenti sostenuti, per divenire operatore di rete abilitato. Oggi è stata scritta una pagina certamente nera per l’emittenza televisiva siciliana e, più in generale, per il comprensorio etneo».
Fonte: newslinet.it
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.