«Internet deve essere una rete libera, ma questo principio non può risolversi in un Far Web che non è degno di un paese che crede nel diritto anzichè nella sopraffazione del più svelto e del più spregiudicato». E’ quanto ha sostenuto il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò nell’audizione in Senato davanti alle Commissioni Cultura e Comunicazioni su Internet e diritto d’autore, tema sul quale l’Autorità garante delle comunicazioni ha recentemente varato uno schema di regolamento che potrebbe potenzialmente censurare una parte del Web.
Calabrò ha ribadito che il diritto alla libera circolazione del pensiero nelle nuove forme della tecnologia è «indubbiamente un principio fondamentale per la società di oggi ma non può e non deve strangolare i diritti patrimoniali sulle opere dell’ingegno».
Il presidente dell’Autorità Garante afferma che «combattere una battaglia con armi inadueguate conduce ad una sconfitta sicura, per di più con dispiego di energie. Sono sempre stato convinto che non si possa usare una mentalità ottocentesca, che andava bene per il cartaceo». Una mentalità in materia della tutela del diritto d’autore, aggiungo io, in difesa del copyright che ha contraddistinto anche tutto il XX secolo, ma che ai tempi delle reti telematiche interconnesse ha perso il suo potere di tutela e ha necessariamente bisogno di riforme sostanziose.
«Internet è un’autostrada – ha continuato – non è il pilota dell’automobile». La rete è un bene comune va «salvaguardato e regolato per coglierne i benefici e arginarne le esternalità negative». Ma se Internet è un’autostrada, e quindi un’infrastruttura di base, mi chiedo e domando anche a Calabrò, perchè attraverso la delibera 688/2010 Agcom si cerca di sanzionare le società che gestiscono le autostrade (cioè gli Internet Service Provider costretti di conseguenza a chiudere i siti) accusate ingiustamente del mancato controllo della circolazione e del blocco degli automezzi che potrebbero trasportare materiale illegale?
Calabrò ha sottolineato inoltre che l’Agcom si sta muovendo con ”cautela” e seguendo un approccio ”proporzionato e trasparente” nella consapevolezza che le soluzioni di volta in volta trovate «non potranno rappresentare un ottimo assoluto ma solo un ragionevole equilibrio tra istanze diverse continuamente messe in discussione». Il presidente dell’Agcom è deciso invece sul fatto che l’Autorità «non ha la benchè minima propensione a diventare lo sceriffo di internet come qualcuno ha paventato». Nè sarebbe semplicemente possibile.
L’Agcom intende affrontare in «maniera organica ed efficace il tema del diritto d’autore sulle reti elettroniche utilizzando tutto il suo expertise. L’azione dell’Agcom, ha sintetizzato Calabrò, è orientata dal bilanciamento «tra una rete libera e aperta e la protezione della proprietà intellettuale». Il presidente dell’Agcom ha quindi illustrato lo schema di regolamento varato a inizio luglio ricordando la vigilia carica di tensione con grida di allarme sulla rete. Invece lo schema elaborato dall’Agcom «sta riscuotendo all’estero vastissimi consensi – ha sottolineato Calabrò, che però si è dimenticato di aggiungere che il provvedimento è sostenuto solo dagli enti governativi e dalle lobbies vicine all’industria editoriale – e viene tenuto a raffronto, come un possibile modello, nei progetti all’esame in vari stati europei (in particolare Francia, Olanda, Gran Bretagna), presso la commissione europea e negli Stati Uniti».
Calabrò ha poi ricordato che il provvedimento è stato «messo alla consultazione pubblica» e ha osservato che «il più appropriato ed elevato confronto è certamente quello col Parlamento che ha competenza legislativa in materia». Durante l’audizione è intervenuto il senatore del PD Vincenzo Vita che ha ribadito che certamente non basta un regolamento dell’Autorità per definire la materia. Servirebbe e sono anni, ormai, che l’Italia l’attende, una riforma della legge sul diritto d’autore.
Agorà Digitale, associazione tra i promotori della mobilitazione che si oppone alla delibera Agcom, in occasione della convocazione di stamane di Corrado Calabrò presso le Commissioni Comunicazioni e Cultura del Senato, ha diffuso una lettera rivolta ai senatori che compongono le stesse commissioni in modo da sensibilizzare i rappresentati politici sulle tematiche della tutela della libertà di espressione nella Rete e sulle nuove forme di tutela delle opere dell’intelletto che permettono una più libera diffusione dell’informazione e della conoscenza su Internet.
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