E’ ufficiale: la Rai ricorre al Tar del Lazio contro la decisione del Ministero dello sviluppo economico di lasciare invariato per quest’anno il costo del canone tv. Il consiglio di amministrazione di viale Mazzini ha dato il via libera alla causa nella riunione di ieri pomeriggio. Lo scrive oggi La Repubblica.
Secondo la Rai l’aumento della tassa di possesso di un apparecchio televisivo era dovuto. L’Ufficio legale della tv pubblica indica infatti come doveroso il ricorso per la tutela degli interessi dell’azienda. La nota contesta le motivazioni che il dicastero, retto fino all’altro ieri da Flavio Zanonato, ha allegato al decreto che nega l’aumento dell‘abbonamento Rai: questo non sarebbero conformi alle norme in materia come sono redatte nel Testo Unico sulla Radio Televisione (cioè l’insieme delle regole in vigore in questo settore).
La tesi dell’Ufficio legale Rai è che la legge obbliga a ritoccare l’imposta per assicurare alla tv di Stato il recupero dell’inflazione programmata e le risorse necessarie alla sviluppo tecnologico. L’aumento del canone sarebbe stato di 1,2 euro l’anno come adeguamento all’inflazione. L’impatto sui conti aziendali potrebbe essere pesante. Nell’anno del Mondiale di Calcio in Brasile, che costerà 100 milioni di diritti tv, la televisione pubblica accuserà un mancato incasso tra i 20 e i 22 milioni di euro.
Fonte: La Repubblica