Mancano pochi mesi al debutto del canone Rai nella bolletta elettrica (prima rata prevista per luglio). Eppure le aziende elettriche brancolano nel buio. Assoelettrica ha lanciato ieri l’allarme. E il governo ha convocato una riunione d’urgenza.
Il rischio concreto è che si arrivi alla scadenza nel caos, con la possibilità che qualche contribuente sia costretto a pagare il canone Rai più di una volta. Le imprese del settore elettrico rischiano di arrivare impreparate alla dead line di luglio. È questo il senso dell’allarme lanciato ieri da Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, l’associazione nazionale delle imprese elettriche. «Siamo al 15 febbraio – si legge in una nota diffusa ieri dal presidente – ma le imprese del settore ancora non sanno come dovranno esigere il canone Rai che il governo ha voluto inserire nelle bollette dell’energia elettrica». Ieri, in effetti, secondo la scadenza prevista dalla Legge di Stabilità (legge 2018/2015, articolo 1, comma 154), sarebbe dovuto arrivare il decreto attuativo delle nuove regole sul canone Rai, che il Ministero dello sviluppo economico deve emanare di concerto con l’Economia, sentita l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico entro 45 giorni.
È convocato nuovamente per i prossimi giorni, in effetti, il tavolo tecnico fra i ministeri, l’Autorità, l’Agenzia delle Entrate e l’Acquirente unico per un confronto sulla bozza del provvedimento. Il decreto deve definire termini e modalità per il versamento all’Erario dei canoni incassati dalle imprese del settore elettrico e per le conseguenze di eventuali ritardi, anche in forma di interessi moratori. Dovrà chiarire poi come saranno individuati e comunicati i dati utili al controllo e fissare le misure tecniche necessarie per dare attuazione concreta alle nuove regole. «Il rischio – continua nel comunicato diffuso ieri il presidente di Assoelettrica – è che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio. Le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall’eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti. Insieme a Utilitalia – conclude – abbiamo preparato un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti, ma il Ministero per lo Sviluppo economico ancora non ci ha dato risposta. E il tempo ormai stringe».
Uno dei punti principali sul quale le aziende vorrebbero avere rassicurazioni, come si legge nel documento tecnico citato da Chicco Testa e anticipato ieri dal Sole 24 Ore, è che l’obbligo di riscuotere il canone dagli utenti dell’energia elettrica con rate mensili si riferisca solo ed esclusivamente ai periodi nei quali le stesse imprese hanno contratti in corso con gli utenti. Escludendo, cioè, l’obbligo di verificare se l’utente, che magari prima è stato cliente di un’altra impresa, abbia versato o meno con regolarità il canone. Su questo punto (come su tutti gli altri), però, serve l’accordo del Ministero dell’Economia. Resta da chiarire anche che cosa accadrà in caso di mancato pagamento della quota-canone o di pagamenti parziali. Sempre sul fronte dei tempi, le aziende del settore elettrico vorrebbero che al più tardi entro maggio fossero disponibili i dati sugli utenti che hanno comunicato all’agenzia delle Entrate di non possedere la tv e che dunque dovranno essere esentati dall’addebito in bolletta. Il modello di questa autocertificazione, però, deve essere ancora predisposto dall’agenzia delle Entrate, che – a sua volta – attende il decreto dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia.
A soffiare sul fuoco è anche l’associazione di consumatori Codacons: «Siamo convinti che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparati ad affrontare le novità».
Fonte: Il Sole 24 Ore | Il Messaggero