Dal 2018 gli introiti derivati dal canone Rai saranno sotto gli 1,6 miliardi, ai livelli del 2013. Dopo il +16,6% del 2016 e gli 1,8 miliardi incassati quest ‘anno, le risorse torneranno a calare.
Le previsioni di incasso del canone Rai nella bolletta elettrica potrebbero pesare sui conti della Rai nei prossimi anni. Il bilancio Rai 2016 (18 milioni di euro di utile) è stato sistemato dalle entrate dal canone tv (+16,6% rispetto al 2015), con una importante riduzione dell’evasione. Nel il 2017 gli incassi dovrebbero essere a livello dell’anno precedente, poiché, secondo quanto riportato dalla nota illustrativa presente nel Disegno di legge n. 2875/II sulle «Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2017», l’incasso previsto per il 2017 relativo al canone Rai in bolletta dovrebbe essere pari a 1,812 miliardi di euro. Una somma rivista al rialzo, rispetto alle precedenti previsioni che fissavano l’incasso a 1,6 miliardi di euro, con un aumento pari a 211 milioni spiegato dal fatto che «nelle somme relative al 2017 sono stati inseriti anche i versamenti fatti dalle società elettriche a gennaio di quest’anno riferiti al canone tv 2016, pari a 56,8 milioni di euro. Per quest’anno, invece, gli incassi fino al mese di maggio 2017 sono stati pari a 20,8 milioni di euro».
Per il 2018 e il 2019 le previsioni si fanno più cupe. Gli incassi previsti si attestano a 1,6 miliardi di euro annui. A questa somma devono inoltre essere ancora sottratti il 4% dell’Iva e la tassa di concessione (5%). La Rai, insomma, negli anni a seguire si porterà a casa, quanto a canone tv, meno di quanto aveva incassato nel 2013 (1,7 miliardi di euro). Il calo è dovuto a due fattori. Il primo è legato all’ammontare del canone: nel 2017 la quota di canone Rai per il possesso di un apparecchio tv da versare è stata abbassata di 10 euro, rispetto al 2016, raggiungendo quota 90 euro. Questo inevitabilmente influirà sul totale delle entrate. L’effetto d’altra parte si è riscontrato già negli incassi del 2017 (1,6 miliardi senza l’aiuto delle entrate da canone tv 2016).
Il secondo motivo è legato alla spartizione del tesoretto «canone tv in bolletta». Nel 2016 le quote dell’incasso andavano per i 2/3 alla Rai e per 1/3 allo Stato. Dal 2017 le quote per la Rai si riducono. L’incasso viene infatti spartito equamente al 50% tra i due soggetti. Lo stato dovrebbe dunque riuscire a garantire non meno di 200 milioni di euro per i fondi per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, per l’esenzione del pagamento del canone Rai e per il fondo per la riduzione della pressione fiscale, mentre per la Rai non c’è nulla di sicuro.
Peraltro, in caso di effettiva riduzione delle entrate da canone, la Rai non può neppure sperare di incrementare sensibilmente le entrate pubblicitarie, tenuto conto dei vincoli di affollamento e, anzi, dei divieti a trasmettere pubblicità imposti dal 2016 su Rai Yo Yo e su Rai 5. L’unica strada per sistemare i bilanci sarebbe quindi quella della riduzione dei costi.
Fonte: ItaliaOggi