Mediaset e il gruppo Cairo avviano dei ricorsi al Tar contro le regole dell’asta per la cessione delle frequenze tv della banda 700 MHz agli operatori telefonici del 5G.
Lo scrive oggi La Repubblica. Il Biscione e il gruppo di Urbano Cairo, proprietario dei canali La7, provano a difendere le concessioni sulle frequenze tv che sfruttano per trasmettere sul digitale terrestre i propri canali attraverso alcuni ricorsi al Tar del Lazio. La liberazione della porzione di spettro elettromagnetico tra i 694-790 MHz sarà però inevitabile, secondo le direttive europee e le norme italiane, e garantirà ai broadcaster nazionali e locali un sostanzioso risarcimento. Lo Stato ha stanziato circa 747 milioni entro il 2020 (non è ancora stata decisa però la ripartizione tra tv pubbliche private, locali e nazionali) che forse non bastano agli operatori tv interessati.
Il governo sta per offrire all’asta tre pacchetti di frequenze. 30 MHz di questi sono compresi nella famosa banda 700 che a tutt’oggi usano i network tv. Alcuni multiplex Mediaset, quello DFree di Prima Tv, che diffonde sempre canali Mediaset, e il Mux di Cairo Network operano su questa porzione di spettro, e i canali compresi nei Mux saranno costretti entro il 2022 a traslocare su altre frequenze. In gara per le telco ci sono 6 lotti da 5 MHz accoppiati ciascuno. La base d’asta è di circa 2,1 miliardi di euro per 30 MHz accoppiati. Lo Stato attende ricavi per almeno 2,5 miliardi di euro (di cui la metà già quest’anno).
Ma i ricorsi avviati da Mediaset e Cairo Network potrebbero portare l’asta ad un possibile rinvio. I due network televisivi non accettano infatti le norme che il ministero dello Sviluppo e l’Agcom hanno varato per la gara, che impongono agli editori televisivi (nazionali e locali) di liberare le frequenze che detengono in una banda. Entrambi i ricorsi chiedono l’annullamento di una delibera numero 137/2018 del Garante. Questa delibera avvia la definizione di un nuovo Piano Nazionale delle Frequenze (PNAF) che contemplerà, appunto, la liberazione della banda 700 da parte degli editori televisivi soprattutto nazionali.
Cairo Network ha depositato un altro ricorso, sempre al Tar del Lazio, stavolta il 12 giugno, per chiedere anche l’annullamento dello schema di decreto che il ministero dello Sviluppo ha pubblicato il 5 aprile. Questo decreto, ancora provvisorio, ipotizza un calendario di liberazione delle frequenze della banda 700 che va dal primo gennaio del 2020 al 30 giugno 2022. Se il Tar del Lazio dovesse giudicare fondati i ricorsi presentati, l’intera asta delle frequenze, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, potrebbe bloccarsi ed essere rinviata.
Fonte: La Repubblica
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