La Commissione europea dà luce verde alla decisione del governo tecnico di cancellare il cosiddetto Beauty Contest per l’assegnazione delle frequenze tv, sostituendolo con un’asta onerosa. Lo dice in una nota il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia aprendo la strada alla chiusura della procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia nel 2006 a causa dell’evidente distorsione del mercato televisivo nostrano dominato da Rai e Mediaset.
«La Commissione accoglie favorevolmente l’annuncio del governo italiano in merito all’effettuazione di un’asta per l’assegnazione delle frequenze televisive digitali. Questa nuova proposta dovrebbe contribuire a un uso efficiente dello spettro e allo stesso tempo promuovere la concorrenza nel mercato italiano della diffusione televisiva, in virtù del trattamento preferenziale riservato ai nuovi entranti», ha commentato Almunia. Quanto alla procedura d’infrazione avviata nel 2006, Bruxelles «collaborerà con le autorità italiane per definire i dettagli della nuova procedura, in modo che siano pienamente superati i problemi derivanti dalle precedenti assegnazioni di frequenze televisive digitali», precisa il commissiario.
Di tutt’altro parere è invece il Pdl. «Fatto gravissimo, un grande pasticcio – dice l’ex ministro allo Sviluppo Paolo Romani -. Ne parleremo al vertice di maggioranza a Palazzo Chigi». Le accuse del partito delle libertà (di Mediaset) sono scattate non appena in Commissione Finanze si è scoperto che il provvedimento annulla beauty contest prevede un tetto “(il “cap”) al numero di multiplex consentito (in tutto 5). Romani ha accusato il ministro Passera di non essere stato ai patti e di aver consegnato un testo diverso “da quanto concordato“, e il suo partito ha votato contro. Ma poi a votazione conclusa ha confessato che il Pdl «con senso di responsabilità non farà opposizione all’emendamento».
In risposta Paolo Gentiloni (Pd) ha commentato: «Non capisco le ragioni del dietrofront del Pdl che ha votato contro senza neanche presentare subemendamenti. Non vorrei che si aspettassero un’asta col trucco. Il tetto massimo di cinque frequenze per ciascun detentore di multiplex è stato fissato d’intesa con l’Ue nel bando per il beauty contest. Il Pdl sperava invece che il tetto antitrust si perdesse per strada, consentendo magari a Mediaset di passare dagli attuali quattro multiplex non a cinque, ma addirittura a sei o sette? Così non poteva essere, ovviamente, non sarebbe concepibile neanche per l’Ue un’asta che moltiplicasse senza limiti le posizioni dominanti. E bene ha fatto il governo a non subire i ricatti», ha concluso Gentiloni.
Fonti: Ansa | ASCA | corrierecomunicazioni.it | Reuters