Cambia, ancora una volta, la famosa asta delle frequenze tv imposta dall’UE per aprire il mercato televisivo italico. Secondo La Repubblica, l’Agcom, che gestisce il dossier, ha deciso di dimezzare le reti nazionali in vendita. In principio erano sei mux. Mentre ora, scrive oggi Aldo Fontanarosa, finiranno sul mercato solo tre frequenze.
Il Garante potrà varare così un’operazione di pulizia troppo a lungo rinviata. Buona parte delle frequenze risparmiate — quelle sottratte all’asta — risolveranno una serie di criticità che l’Agcom non vuole più ignorare nella nuova gestione del presidente Cardani. Problemi che sono nati nel caotico passaggio dalle trasmissioni analogiche al digitale terrestre. Le frequenze salvate dalla gara potrebbero infatti ampliare il segnale singhiozzante della Rai in aree chiave del Paese. Oppure chiudere una volta per tutte le diatribe catodiche internazionali con Francia, Croazia e Malta che subiscono l’invasione molesta dei programmi italiani, sparati da ripetitori fuori controllo. Da settimane infatti Mediaset e Telecom Italia Media “sparano” i loro canali televisivi sulle frequenze 56 UHF e 60 UHF per raggiungere le famiglie della Sicilia. Peccato che i programmi del Biscione e di La7 si materializzino sui televisori di Malta, che protesta anch’essa davanti ad Agcom. Contestazioni a seguire dalla Croazia e dalla stessa Francia, per le interferenze italiane sui televisori della Corsica.
Ma non basta. Si prospetta anche all’orizzonte la delicata questione interferenze LTE. Telecom Italia Media, editore de La7, occupa la frequenza numero 60 UHF. In seguito al cambio di destinazione d’uso della banda 800 MHz, il multiplex TIMB risulta troppo vicino alla frequenza 61 UHF che Wind è in procinto di utilizzare per i servizi dei telefonini di generazione 4G. La possibilità di interferenza reciproca tra tv e nuovi cellulari è altissima, come dimostrato già in Francia. Per questo motivo il MSE in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni ha aperto uno sportello online (HELP Interferenze) per garantire assistenza ai cittadini che non ricevono correttamente i segnali televisivi a causa delle trasmissioni telefoniche LTE.
Il nuovo piano del Garante per le comunicazioni, secondo le indiscrezioni de La Repubblica, prevede quindi che i mux in vendita si riducano da 6 a tre. Le tre frequenze che andranno all’asta oggi sono incomplete e “zoppe” perché arrivano solo al 70, all’82 e al 90% degli italiani. Prima della vendita, tempo poche settimane, la copertura sarà perfezionata aggiungendo frequenze di massimo pregio. Frequenze che sono tutte entro il canale 49 UHF, come una pianificazione virtuosa impone. Altre frequenze di buona qualità come il 54 UHF e il 55 UHF – sottratte all’asta – serviranno a risolvere i problemi di Rai, Mediaset o Telecom Italia Media. Una procedura che ricorda vagamente il regalo delle frequenze nel famigerato Beauty Contest. Le frequenze dal 57 al 60 UHF saranno riservate infine alle telecomunicazioni, per evitare che i nuovi cellulari finiscano con l’invadere gli spazi della televisione. Il nuovo piano di lavoro dell’Agcom che ha ricevuto un primo informale via libera della Commissione europea.
Fonte: La Repubblica
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