L’economia digitale è un motore di crescita nel mondo (+5,2%) ma non in Italia (-1,8%). E senza interventi si stima un ulteriore calo.
L’allarme lo lancia Assinform, in occasione della presentazione del rapporto sull’Ict, sottolineando come il nostro Paese rischi di essere in ritardo sulla sfida rappresentata da un mercato che sta velocemente trasformando il mondo con internet, il mobile, i social network e che sta spingendo gli investimenti ad aprire nuovi orizzonti tecnologici e applicativi.
Secondo Paolo Angelucci, presidente Assinform, lo sviluppo dei contenuti digitali e della pubblicità on line, il segmento software e nuove soluzioni Ict, la musica e l’editoria online, il boom di smartphone, eReader e tablet e dei servizi innovativi associati, «sono già dentro l’economia italiana, crescendo mediamente del 7,5% e contribuendo a significative trasformazioni nei modelli di consumo e di business», ma «ciò sta avvenendo in un contesto nazionale ancora poco sensibile all’innovazione, in cui per un’impresa ogni nuovo investimento rappresenta un vero e proprio azzardo, così che le best practice rimangono fenomeni isolati e non acquisiscono la dimensione necessaria a incidere sui trend negativi e a compensare la crisi dell’IT tradizionale».
Da qui, prosegue Angelucci, le ragioni del ritardo con cui si va affermando l’economia digitale in Italia rispetto al resto del mondo e «il continuo calo di fatturato del settore IT che, per il quinto anno consecutivo, chiude i conti in rosso con -4% di calo di fatturato, spinto verso il basso dalla crisi delle componenti tradizionali, che rappresentano ancora la quota preponderante del mercato», oltre la metà.
Il Global digital market (che ingloba il perimetro dell’Ict tradizionale, e i nuovi prodotti nati dalle convergenze fra It e tlc) rappresenta il 4,9% del Pil nazionale con un valore di 68.141 milioni di euro, crescono i segmenti legati al web e al mobile (con un vero e proprio boom per tablet +69,1%, smartphone +38,9%, smart tv +31,9%) ma non abbastanza per compensare il calo dell’Ict tradizionale. Con un risultato complessivo appunto di -1,8%. Tanto che per il 2013, in assenza di interventi, Assinform prevede un’ulteriore discesa del global digital market del 3,6%, con l’It tradizionale in caduta libera a -5,8%, «fatto che avrà forti ricadute soprattutto sull’occupazione essendo un settore labour intensive che attulmente impiega 400mila addetti», ha aggiunto Angelucci.
Tra le misure, Assinform indica l’accelerazione nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale, portando il suo braccio operativo sotto la regia unica di Palazzo Chigi; rendere il credito di imposta per la ricerca e l’innovazione una misura strutturale; dare una soluzione al problema dei debiti della PA verso le imprese; aprire linee di finanziamento alle aziende che investono in innovazione. Solo così, conclude Assinform, si potrà iniziare a vedere una luce in fondo al tunnel della crisi e l’inizio di un’inversione di tendenza del Global digital market in Italia, con un più contenuto -1,5% nel 2013.
Fonte : TMNews