E’ stata così confermata la sentenza del tribunale di primo grado, culmine di un procedimento giudiziario nato dalle denunce presentate da alcune emittenti satellitari, tra cui Sky Italia (e Europa 7), contro la quale Mediaset aveva presentato ricorso. Già nella sentenza di primo grado, i giudici europei avevano stabilito che il contributo pubblico all’acquisto dei decoder da 220 milioni di euro (150 euro per ogni utente previsti dalla finanziaria 2004 e 70 euro in quella del 2005), attribuiva alle emittenti digitali terrestri “un vantaggio indiretto a danno delle satellitari”. Questo perché, per ottenere il contributo, era necessario acquistare un apparecchio per la ricezione di segnali televisivi digitali terrestri e chi invece ne acquistava uno solo per la ricezione di quelli satellitari non avrebbe potuto beneficiarne. Erano invece stati salvati dalla Commissione europea gli incentivi concessi nel 2006 perché, includendo i decoder satellitari, garantivano la natura “neutra” dell’aiuto.
Mediaset aveva quindi fatto ricorso contro la prima sentenza, ed era stato respinto. Aveva quindi impugnato la sentenza di fronte alla Corte Ue (secondo e ultimo grado di giudizio), che oggi ha respinto le sue motivazioni, confermando che gli aiuti di cui hanno beneficiato alcuni operatori economici comportano una “distorsione della concorrenza” e gli Stati devono provvedere a recuperarli. La Corte ha anche respinto gli argomenti di Mediaset secondo cui la Commissione Ue non avrebbe consentito di stabilire una metodologia adeguata per calcolare le somme che Mediaset deve rimborsare: per la Corte, il diritto dell’Unione non impone alla Commissione di fissare l’importo esatto dell’aiuto da restituire, che deve invece essere stabilito dalle autorità nazionali.
Per David Sassoli, capogruppo PD al Parlamento Europeo, «respingendo il ricorso di Mediaset, i giudici europei confermano definitivamente la decisione della Commissione Europea che aveva contestato al governo Berlusconi di avere avvantaggiato le TV del Biscione incentivando con soldi pubblici l’acquisto di decoder digitali terrestri. Si tratta di una sentenza largamente annunciata vista la palese violazione – da sempre denunciata dagli esponenti del PD – della normativa europea in materia di concorrenza. Ancora una volta questa sentenza dimostra come il conflitto di interessi di Berlusconi abbia causato all’Italia anni di malgoverno e di sprechi economici».
Fonte: Ansa
Aggiornamento 29/07/2011: Secondo i vertici di Cologno Monseze il rimborso degli aiuti statali per i decoder digitali è stato già determinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, su delega della Commissione Europea, pari a 6,1 milioni di euro. E la somma, sempre secondo Mediaset, è stata interamente versata allo Stato Italiano nel febbraio del 2010. La stessa Mediaset invece ha avviato un ricorso presso il Tribunale di Civile di Roma per ridurre l’entità dell’importo, perchè giudica la cifra non congrua e non giustificata.
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