Agenda Digitale: il governo pronto a varare il decreto DigItalia

Da un articolo di Francesca Basso su Il Corriere della Sera del 11/03/2012:

Quattro famiglie italiane su dieci non hanno la possibilità di collegarsi a Internet tramite rete fissa. E il 39% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non si è mai connessa alla rete né fissa né mobile. Il confronto con l’Europa dice che siamo in ritardo: la media Ue delle case con accesso a Internet è del 73% contro il nostro 62%. Se poi guardiamo i primi della classe, cioè gli svedesi con il 91% o gli inglesi con l’85%, risulta evidente l’esistenza di un gap digitale. Perché se è vero che la pubblica amministrazione italiana offre il 100% di servizi online, in testa a tutti gli altri Paesi, è pur vero che negli ultimi tre mesi solo il 10,7% dei cittadini ne ha usufruito.

Per metterci al pari col resto d’Europa, il governo vuole intervenire. A giugno sarà pronto il decreto DigItalia, una serie di misure normative frutto del lavoro della cabina di regia dell’Agenda digitale: sei gruppi che dovranno individuare priorità, ostacoli e copertura finanziaria. Insomma, la strategia italiana per recepire gli obiettivi dell’Agenda digitale europea.

Infrastrutture e sicurezza. Al Centronord ancora 2 milioni di cittadini sono esclusi dalla banda larga. Una rete adeguata è la pre-condizione per lo sviluppo di Internet. L’Agenda digitale europea prevede per tutti i cittadini la banda larga entro il 2013 e quella veloce entro il 2020. Il gruppo «Infrastrutture e sicurezza» guidato da Roberto Sambuco è al lavoro per reperire i 400 milioni di euro necessari per completare il Piano Nazionale Banda Larga al Centronord, mentre per le otto regioni del Sud sono già state recuperate le risorse necessarie per azzerare il divario digitale. Entro la primavera saranno avviati i primi bandi di gara per l’attuazione del progetto nel Mezzogiorno. La realizzazione del piano nazionale ha dato e darà occupazione a 8 mila persone, aprendo 3.600 cantieri. Per accelerare lo sviluppo delle reti, incentivare la realizzazione di infrastrutture nelle aree che garantiscono meno ritorni degli investimenti e per stimolare l’uso di reti a banda larga la cabina di regia definirà una serie di provvedimenti. Sul fronte sicurezza, è allo studio la creazione di un Cert italiano (Computer emergency response team) contro gli attacchi informatici e la definizione di progetti operativi che garantiscano la sicurezza nei pagamenti.

e-Commerce. Il commercio online rappresenta un’opportunità per le aziende italiane ma è ancora agli albori: incide per il 5% sul fatturato (vale circa 8 miliardi di euro), contro la media europea del 14%. Anche le abitudini degli italiani sono sotto la media Ue, infatti nel 2011 ha comperato online il 26,3% contro il 40,4%. Il gruppo di lavoro sull’e-Commerce guidato da Giuseppe Tripoli punta a far fare acquisti su Internet a un italiano su due entro il 2015 e a sviluppare il servizio nel 33% delle piccole e medie imprese. Per incentivare l’e-Commerce il governo sta pensando a una politica fiscale mirata.

e-Government. La riforma Brunetta per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione ha reso disponibili sul web tutti i servizi: su questo fronte l’Italia è in testa agli altri Paesi europei. Il gruppo di lavoro guidato da Renzo Turatto si concentrerà sulla diffusione e la piena applicazione dell’e-gov da parte delle amministrazioni centrali e locali, sul completamento delle digitalizzazioni in corso (giustizia, sanità, scuola) e sulla messa a punto di un sistema che riesca a far dialogare i diversi settori amministrativi consentendo ai cittadini di completare tutto l’iter di un documento online (dai pagamenti alla firma digitale).

Alfabetizzazione informatica. Il 41,7% delle famiglie italiane non possiede l’accesso a Internet — spiega l’ISTAT — perché non ha le competenze per utilizzarlo. Il gruppo di lavoro affidato a Giovanni Biondi intende partire dalla scuola, usandola come leva per l’alfabetizzazione degli italiani: se il 93% dei ragazzi naviga ogni giorno e gli studenti sono circa 9 milioni, considerando che a casa coinvolgono altre persone, sarà possibile raggiungere circa 29 milioni di persone. Prioritario sarà estendere il modello di scuola digitale, ma anche promuovere l’uso delle tecnologie nei diversi settori professionali.

Ricerca e innovazione. La digitalizzazione può diventare un motore di innovazione dei settori manifatturieri tradizionali. Il gruppo guidato da Andrea Bianchi ha tra gli obiettivi incrementare l’investimento privato in ricerca e innovazione nel settore ICT attraverso gli strumenti del credito di imposta e la finanziarizzazione dell’intervento pubblico e definire meccanismi che facilitino la partecipazione del sistema italiano ai programmi europei.

Smart Communities. L’Agenda digitale affronta anche il tema della smart community, ovvero la città intesa come comunità intelligente dal punto di vista della mobilità, dell’educazione, del risparmio energetico, della sicurezza. Il gruppo è guidato da Mario Calderini e dovrà trovare il modo di garantire la realizzazione delle infrastrutture intangibili necessarie per la realizzazione dei progetti che hanno come obiettivo il miglioramento della vita dei cittadini.

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  • Questa è un'altra vergogna. Invece di pensare soltanto alla tv, che tutto sommato è ormai un mass media obsoleto e non più al passo con i tempi, era su Internet e IPTV che bisognava investire!!! E' vergognoso che in molti comuni d'Italia non ci sia ancora l'adsl (anche questa una vergogna solo italiana, visto che non è la vera DSL, ma una brutta imitazione..) ma almeno sarebbe meglio di niente.. e tanti non hanno nemmeno quella, oppure dove esiste, è ancora a velocità obsolete, come 640kb/s, o a 1mega o 2.. su questo dovrebbero riflettere seriamente i nostri capoccia a Roma.. compresi gli ISP, che non è che si danno poi tanto da fare. L'unico che si salva è Fastweb.